“C’erano due opzioni: una fusione a caldo o una fusione a freddo. La Regione ha preferito una fusione a caldo ossia favorire un percorso di accompagnamento a questa scelta fondamentale, perché la Grande Pescara è la più grande unione mai è realizzata in Europa. Il referendum è stato un successo vero, a quel punto l’obiettivo diventava la legge regionale che era una cosa straordinariamente difficile, non c’era un obbligo giuridico per la Regione di recepimento del risultato referendario. Oggi c’è la legge e non era affatto scontato ed è un’ottima legge perché i tre comuni possono lavorare insieme. Si poteva fare prima? Sì, ma non era scontato tutto questo percorso. Io voglio allargare la visuale: da quando siamo partiti ad oggi è un successo. Nel 2014 dissi che ci volevano 10 anni per realizzarla e io me lo sentivo. E quindi sono poco interessato al cronometro di questa storia, meglio che sia fatto per bene tutto piuttosto che in fretta”.
Lo dice all’Ansa Carlo Costantini, ex deputato, ex candidato alla Regione, vero ‘padre putativo’ del processo di unificazione di Spoltore, Pescara e Montesilvano.
Per l’attuale consigliere comunale i freni ci sono stati e “sono venuti solo dal ceto politico locale che ha evocato la necessità di preservare dei profili politici e storici, per quanto legittimi. E quindi la risposta sono i municipi, cosa che era già scritto nella legge e che garantisce funzioni e servizi punto non sono i consigli di quartiere sono organismi democraticamente eletti”.
Costantini prosegue il ragionamento dicendo che “abbiamo anche come riferimento il peggior progetto di fusione che sia mai stato fatto e cioè quello tra Corigliano e Rossano, laddove il giorno dopo si scoprì che qualcosa non funzionava perché non si è progettato nel tempo. Accade questo anche per banche e assicurazioni, nulla viene dato per scontato“.
“Quindi facciamo tutto il necessario per azzerare i rischi, che non si peggiori rispetto a prima, poi – insiste – avremo altro tempo nel futuro. Il tema è il contesto urbano economico e sociale e demografico: è più di una semplice nuova città. Faccio un esempio: la sede della regione non può stare nell’Area di Risulta, con 115.000 automobili che tutti i giorni entrano dentro Pescara, il traffico non lo risolvi portando altre auto in città. Ma magari puoi trovare un terreno e un’area a Spoltore o a Montesilvano, così come a Montesilvano a Spoltore puoi anche fare il nuovo campus dell’università. Il tema ripeto non è l’indice di costruzione, ma la metodica di come costruire: le attività istituzionali ed economiche a Spoltore a Montesilvano, e una rivoluzione del sistema della mobilità di cui oggi non si parla, perchè è tutto involuto”.