“Selezionare studenti in base all’esibizione di una certificazione è un’evidente forma di discriminazione” e “affiancare la concessione dei diritti del singolo in quanto studente con l’adesione cieca alla campagna vaccinale rappresenta un ricatto aberrante e ingiustificato”.
È solo un passaggio della lunga lettera inviata al rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse, dal Coordinamento regionale abruzzese del movimento “Studenti contro il Green Pass” che ha visto formarsi gruppi con migliaia di adesioni in quasi tutti gli atenei italiani. Una lettera in cui il gruppo si dissocia dalle implicazioni discriminatorie della certificazione “che contrastano con i valori di libertà accademica, apertura, inclusione e pari dignità alla base della tradizione universitaria italiana”.
Punto per punto il gruppo elenca le palesi contraddizioni con quanto previsto da Statuto, Carta dei Diritti degli studenti e Codice Etico dell’ateneo.
“Le disposizioni didattiche adottate danno l’infausta conferma della natura puramente coercitiva della certificazione verde – scrivono – Non sussiste alcun tipo di comprovata motivazione scientifica, medica, civile, morale che giustifichi la scelta di non concedere neanche la libera fruizione di lezioni in streaming, ma solo di contenuti della piattaforma Elearning a chi non intende ‘frequentare per libera scelta’ ergo a chi non possiede la certificazione verde poiché non vaccinato”.
Dato per assunto “l’onerosa spesa da sostenere in caso si opti per i tamponi cadenzati, l’unica decisione che rende il percorso universitario scevro da ostacoli didattici, psicologici o economici sarebbe vaccinarsi”.
“Davvero l’Università dell’Aquila – si domandano gli studenti, che hanno chiesto un incontro al Rettore – vuole farsi carico dell’imposizione malcelata di una scelta dai tratti quasi dogmatici?”. Gli Studenti ricordano, poi, che anche il Consiglio d’Europa, con risoluzione del 27 gennaio 2021, invita Stati membri e Ue ad assicurare “che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno può essere sottoposto a una pressione politica, sociale o di altro genere affinché si vaccini se non desidera farlo”.