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I pazienti della dialisi di Canistro scrivono ad Asl e Regione

Sit-in, questa mattina, di fronte alla clinica Ini di Canistro. E' stato invitato a partecipare anche il sindaco Vitale. I pazienti, in tutto 15, chiedono che venga ripristinato il servizio. "Serve una nuova convezione con la Regione per il rimborso delle spese sostenute dalla struttura".

Una struttura che nel 2017 “per via di una superficialità” ha perso l’accreditamento regionale per elargire i servizi di dialisi ai pazienti della Marsica. Dall’anno 2018, quindi, la Clinica Ini di Canistro – vera e propria eccellenza in Regione – ha continuato, pur non ricevendo più i rimborsi dalla Regione Abruzzo, ad offrire agli utenti questo tipo di prestazione salvavita. L’accreditamento è stato perso perché la clinica Ini si differenzia dalle altre strutture del territorio come punto di riferimento sanitario monospecialistico in Ortopedia, “ma – avverte il primo cittadino di Canistro Gianmaria Vitale, ascoltato stamattina dalla nostra Redazione – c’è stato evidentemente un errore di valutazione nel 2017 che deve essere risolto“.

Il servizio di dialisi è salvavita per 15 pazienti della zona marsicana durante il periodo invernale. Ma il numero cresce non appena ci si affaccia alla stagione estiva: 30 sono gli utenti che si servono della Ini settimanalmente per questa terapia che consente di rimuovere le scorie prodotte dall’organismo e l’eccesso di liquido dal sangue quando la funzionalità renale del malato risulta compromessa.

Al sit-in di questa mattina, comunque già sciolto, c’erano anche i carabinieri della stazione di Civitella Roveto, il direttore generale della clinica, Orsini, e il primario del servizio di dialisi, il dottor Nusca.

“La protesta di questa mattina – dice il sindaco – è stata organizzata dagli stessi pazienti perché la clinica ha deciso, visto il mancato rimborso dall’anno 2018, di sospendere per questa estate la dialisi. Ovviamente, questa decisione quasi ‘costretta’ ha generato molto malumore nel territorio marsicano. Anche perché c’è da dire che qui vicino non ci sono strutture in grado di accogliere 30 pazienti che hanno bisogno della dialisi (parliamo anche di quattro trattamenti a settimana). Se il servizio non sarà ripristinato quanto prima, come auspicato da tutti, si corre il rischio concreto di arrecare un grave danno alle persone più fragili“, ammette il sindaco. I pazienti, per trovare una struttura idonea che non sia l’Ospedale di Avezzano, già fortemente sotto stress, dovrebbero di fatti recarsi fino a Rieti, quindi fuori Regione.

“Tra l’altro – aggiunge Vitale – c’è da dire che la clinica mette a disposizione dei pazienti un pulmino che va a prelevarli direttamente a casa, quando è in programma il trattamento”. Quindi, come si può intervenire tempestivamente? “Chiediamo alla Regione e al manager della Asl 1, innanzitutto, di prevedere per il momento l’attivazione di una convenzione temporanea in attesa dei nuovi bandi di accreditamento, in modo da riconoscere di nuovo il rimborso per il servizio prestato. Mi sento di dire che c’è stato ascolto e che ci sono buone possibilità di soluzione”, conclude il sindaco.

Lo stato di agitazione è partito da una lettera che, nella giornata di ieri, è stata inviata dai pazienti della dialisi a Comuni, Asl, Regione e Clinica stessa.

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