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I sindacati per la scuola “precaria”

Uil scuola RUA: "Un quadro desolante di scuole in affanno che spesso inseguono un accettabile assetto organizzativo e lavorativo"

Scuole chiuse a Carsoli per mancanza di energia elettrica

Da tempo ormai, in particolare durante le campagne elettorali, si parla genericamente dell’importanza della
scuola. Peccato che nei fatti assistiamo ad un progressivo disinvestimento sulla scuola pubblica. Ce lo raccontano i diversi provvedimenti finalizzati a “razionalizzare” i costi, assecondando una diffusa percezione della scuola  intesa più come spesa che come investimento.

La nota di Maria Gracia Commito Responsabile provinciale Federazione Uil Scuola Rua

Gli effetti di questo teorema, nella provincia dell’Aquila, sono ormai noti. L’unica ad aver dimensionato le istituzioni scolastiche accogliendo acriticamente la proposta dell’amministrazione. L’unica della regione Abruzzo che ha subito il taglio più pesante. L’unica che, a regime, perderà posti e servizi contribuendo ulteriormente ad impoverire un territorio complesso già soggetto ad uno spopolamento ormai strutturale. In questo contesto assistiamo, anche nella nostra provincia, alla sistematica precarizzazione del mondo della scuola. Nell’anno scolastico 2023/24 ci sono state 1552 nomine a tempo determinato generate dal sistema informativo del Ministero e, nonostante che il dato debba essere letto in difetto considerando le rinunce, nel macro l’ordine di grandezza resta quasi invariato.

Questi i risultati del famoso algoritmo. Una specie di roulette dove pochi hanno la certezza di una nuova nomina e quasi mai quella della sede.
Assistiamo ad un percorso ad ostacoli tra sedi ignote fino alla pubblicazione delle nomine, riserve, precedenze e posti attribuiti in deroga fino all’anno successivo, con buona pace di un’astratta continuità didattica che viene invocata solo quando si devono bloccare per un triennio i docenti neoimmessi in ruolo in altra provincia o regione.

Per non parlare poi, del mercato dei titoli cui i docenti “precari” sono costretti a sottostare per non perdere
posizioni in graduatoria. Inoltre, analizzando i dati, occorre riflettere su come vengono attribuiti i posti sul sostegno. Un massiccio ricorso ai posti in deroga, funzionale solo alla logica del contenimento della spesa.
Un susseguirsi di provvedimenti, spesso intempestivi. Quest’anno sono stati conferiti 1055 incarichi, più della metà (588) a docenti privi di titolo specializzazione. Una criticità che non troverà soluzioni se i corsi per acquisire il titolo specializzazione sul sostegno, oltre ad avere ancora costi elevati, continueranno ad essere a numero chiuso; se i posti messi a bando dai diversi concorsi non risponderanno alla reale necessità di dotare scuole e di conseguenza alunni e famiglie di personale stabile e specializzato (Il bando del concorso collegato al PNRR 2023, per l’intero Abruzzo per tutti gli ordini di scuola, ha previsto solo 12 posti).
Le prime vittime di questo sistema sono gli alunni, quelli più fragili e quelli che risiedono in zone di frontiera o in aree interne più disagiate. I docenti sempre più precari. Stessa sorte per coloro che decidono di intraprendere il percorso del personale ausiliario, tecnico ed amministrativo.

Nel corrente anno scolastico, in deroga ai parametri stabiliti dal Ministero dell’istruzione e del Merito, sono stati attribuite 264 supplenze annuali da graduatorie articolate in fasce, permanenti provinciali, d’istituto, tutte caratterizzate da persone la cui età mediana, spesso, è vicina a quella pensionabile. La costante è la precarietà. A giugno, quasi tutti a casa in disoccupazione, con l’unico pensiero di accumulare punteggio attraverso onerosi corsi “formativi” a loro carico. Un mercato indecoroso cui dovranno sottostare anche coloro che, dal corrente anno, vorranno scegliere di iscriversi per la prima volta in graduatoria. Nuovi elenchi di persone che, ad una legittima aspettativa di un lavoro stabile e continuativo, si vedranno anteporre vincoli normativi che limitano la possibilità di sostituire il personale assente a scuola e la progressiva riduzione degli organici.

Un quadro desolante di scuole in affanno che spesso inseguono un accettabile assetto organizzativo e lavorativo. Caso emblematico è la gestione dei progetti previsti dal PNRR e dall’Agenda Sud. Attribuzione di ulteriore personale con contratti spot a cadenza più o meno trimestrale, con buona pace della continuità e delle progettualità già avviate. In conclusione, non è più rinviabile un percorso organico di reclutamento e stabilizzazione del personale “precario” che, a regime, tenga conto degli effettivi posti liberi e vacanti, del turnover, ma soprattutto delle reali necessità educative e formative di una società in evoluzione.

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