Altro giro, altra corsa. L’arrivo del nuovo Week-end trascinerà gli abitanti d’Abruzzo tra le meraviglie che contraddistinguono e che rendono incomparabile questa Regione dalle mille sfaccettature. E’ il turno di Ortona Dei Marsi, un comune abruzzese di circa 548 abitanti, il quale ha tanto da dire, tanto da raccontare.
Marta Trobitz, Guida Ambientale Escursionistica AIGAE Coordinamento Abruzzo, ha organizzato per oggi, 11 marzo, un nuovo percorso di circa 8 km con un dislivello di 350 metri, per chi avesse voglia di avventurarsi nel mondo della natura di Ortona Dei Marsi. «L’idea di Ortona nasce un po’ da una sorpresa, una scoperta. – racconta durante un’intervista alla Redazione di InfoMediaNews.it, Marta Trobitz – Un luogo che appare all’improvviso e che regala la stessa sensazione che provano i bambini nel trovare il loro ‘giardino segreto’. Superata infatti Pescina, risalendo le acque del Giovenco, si inizia ad intravedere in lontananza un colle, sul quale lento si arrampica un borgo. Ortona dei Marsi è un luogo magico. Il paese è bellissimo, ci sono elementi architettonici diversi immersi nel profumo di storia, e la torre, custodita da qualche gallo e gallina piuttosto socievoli, regala una vista strepitosa. Il fiume che scorre in basso sembra essere il filo di congiunzione tra una montagna, a tratti dolci e a tratti, vertiginosi e la vita degli abitanti di Ortona».
Come si sa, non si finisce mai di imparare e di scoprire cose nuove. La storia che ha marcato il territorio di Ortona, infatti, è tale da aver lasciato delle impronte da seguire e attraverso cui è possibile tornare indietro nel tempo per rivivere a 360 gradi l’atmosfera che si respirava nell’antichità. Marta Trobitz, infatti, afferma: «La Valle del Giovenco, sulla quale si affaccia Ortona dei Marsi, è stata terreno di battaglie diverse nel corso della storia: Romani, Sanniti e Marsi, i quali si sono alternati ed hanno plasmato queste terre. E’ un luogo scenario di mestieri differenti e di ruoli differenti. Troviamo legionari, pastori e contadini quando, prima del prosciugamento del lago, le acque del Fucino rendevano il clima della zona più mite. Il fiume è un luogo sacro, ci sono caprioli che saltellano lungo i pendii, cervi, aironi ed in passato anche lontre. Le montagne celano grotte come quella della Sfessa ed una natura che riprende possesso dei suoi luoghi dopo il triste incendio del 2009 che ne ha devastato flora e fauna».
L’invito è aperto a tutti coloro che sono sempre pronti ad ingranare la marcia e a partire per un inteso viaggio tra le meraviglie e i tesori della propria terra. Una terra che parla di sé come un libro aperto, che si lascia sfogliare dagli occhi della vivace curiosità umana. «E’ un viaggio nella storia, attraverso il legame tra uomo e natura di cui conosceremo similitudini e differenze. Riscopriremo la sacralità di questo rapporto e del suo silenzio, interrotto solo dal suono delle acque del fiume, luogo di miti e riti propiziatori».
Foto di: Digilander-libero-