Nella giornata di ieri, si è tenuta la prima udienza dibattimentale, nelle aule del Tribunale di Avezzano, per il processo a carico di due presunti rapinatori che si sono macchiati, secondo le cronache e le indagini, del reato di rapina aggravata. I due, cioè, hanno messo a segno, in maniera quasi seriale e con le stesse modalità di esecuzione, due rapine ai danni di due attività, entrambi operanti nel territorio marsicano. I due, di fatti, finirono sotto la lente investigativa e di azione dalla Polizia di Stato di Avezzano – Squadra Anticrimine – proprio con l’accusa di aver avuto una parte integrante nella banda costituita ad hoc e dedita alle rapine negli esercizi commerciali.
Nella giornata di ieri, quindi, sono stati sentiti i testi dai giudici, in un’udienza pubblica, in aula erano presenti circa 100 persone. Sono stati ascoltati dal Collegio giudicante la titolare della tabaccheria ‘L’angolo di Via America’: la rapina, in questo caso, è avvenuta nel dicembre del 2016 ed ha fruttato ai rapinatori un bottino pari a 7.000 euro in contanti e 11.000 in valori bollati e gratta e vinci. La testimone ascoltata ha avvalorato la ricostruzione dei fatti che prevede, in sostanza, la presenza, al momento dello svolgimento della rapina a danno della sua attività commerciale, di tre persone con volto coperto, armate tutte di pistola. Il dettaglio cruento, che sconvolse non poco l’opinione pubblica, fu quello relativo al fatto che, in questo caso, uno dei 3 uomini armati puntò la pistola alla testa del figlio della donna titolare della tabaccheria, allora di appena 10 anni di età circa. Gli imputati sono i fratelli Di Silvio Pasquale e Di Silvio Nazzareno (nemmeno 30enni) e già noti alle forze dell’ordine. Attualmente i due si trovano ancora in custodia cautelare in carcere, anche se la difesa, ieri, a fine udienza, a richiesto la revoca della misura cautelare, sulla quale si esprimerà il Collegio giudicante nelle prossime ore.
Successivamente, sempre nella giornata di ieri, è stato ascoltato anche un testimone della seconda rapina attribuita dall’accusa sempre a tre rapinatori, ossia quella avvenuta alla Sala Slot Flat Rider, risalente al 22 ottobre del 2016. Si è trattato, nello specifico, di un testimone presente nel locale al momento dell’avvenimento dei fatti, cioè della rapina stessa. E, come testimoni, sono stati ascoltati anche i proprietari delle macchine rubate, utilizzare proprio per mettere a segno i due colpi in questione, oggetto di processo, nello specifico due Fiat Uno; in questo caso, il bottino della rapina fu di circa 4000 euro.
Il collegio giudicante ha, quindi, ascoltato sia il proprietario della Uno rubata nella prima rapina, sia il proprietario della seconda macchina rubata dai rapinatori al momento del secondo colpo criminale. In questa fase del processo, perciò, si punta a ricostruire i fatti.
Il PM è il procuratore capo Andrea Padalino, il collegio giudicante, invece, è costituito dal nuovo presidente del Foro, la dottoressa Zaira Secchi, dal dottor Dell’Orso e dalla dottoressa Minotti (giudici a latere). Il difensore di entrambi gli imputati, ossia dei due fratelli, è l’avvocato Mario Del Pretaro.
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