Ieri Anna Maria Taccone è scesa in Piazza Risorgimento nel primo di una lunga serie di comizi che chiuderanno la campagna elettorale prima dell’election day del 20 e 21 settembre.
“Il primo candidato sindaco – si legge in una nota – ad “affrontare” la piazza è l’unica donna Anna Maria Taccone:
“Ci vuole coraggio a definire civiche liste con candidati che hanno amministrato per anni a destra e a sinistra. Siamo noi l’unica vera espressione della società civile”
In una piazza affollatissima e piena di entusiasmo si è svolto ieri il primo comizio di questa campagna elettorale.
Il primo candidato sindaco a salire sul palco è stata l’unica donna di questa competizione Anna Maria Taccone.
“Ho sempre seguito e amato la politica, che è strettamente legata al mio lavoro.
Dopo tanti anni passati a portare avanti la mia professione, ho capito che era arrivato il momento di provare a cambiare le cose che non mi piacciono e mettere le mie competenze a disposizione della mia città.
Vedo tante storture della politica, anche in questa competizione.
È una stortura avere 600 candidati, ognuno di noi ha un parente, un amico, un conoscente candidato. In questo modo si disperdono voti e si toglie forza ai progetti seri per la città.
Da tutti sento parlare di “liste civiche”, ma non basta non correre sotto il simbolo di un partito per definirsi civici. In ogni coalizione vedo tanti candidati che hanno già amministrato passando da destra e a sinistra, che si sono insultati e attaccati e ora corrono insieme definendosi civici.
Siamo noi la vera espressione della società civile: una squadra di 96 candidati, 48 uomini e 48 donne, di cui più del 90% sono volti nuovi, professionisti, giovani, cittadini che non hanno mai amministrato che si mettono davvero a servizio della collettività.
Gli altri li abbiamo già visti per anni mentre governavano e con quali risultati? Che cosa ci hanno portato?
In questi due mesi mi hanno accusato di essere “pilotata”.
Sono abituata da 25 anni a decidere con la mia testa e a prendermi le responsabilità delle ne decisioni unicamente sulle mie spalle.
Mentre l’accusa di essere manovrata da altri arriva da chi si presenta ad ogni conferenza, intervista, dibattito con tutto lo stato maggiore di partiti, Regione, Segretari, Ministri.
Vedo un candidato che da settimane ha scomodato sottosegretari, Ministri e rappresentanti del Governo di sinistra e si fa accompagnare in giro per la città.
E quella “pilotata” sarei io?
A me sembra di essere l’unica che sta portando avanti in maniera del tutto autonoma la sua proposta alla città.
Vedo promesse di ogni tipo, la maggior parte delle quali non potranno essere realizzate perché mancano le risorse.
Io vorrei amministrare la città creando delle sinergie, aprendo le porte del palazzo comunale a tutte le forze cittadine, associazioni, enti, altre amministrazioni comunali.
Avezzano da sola non va da nessuna parte. Avezzano è il cuore e la testa di un unico è vastissimo centro economico che è la Marsica e deve ricominciare a ragionare ed agire in tal senso.
Amministrare significa prendere decisioni. Noi siamo in questo immobilismo da decenni perché manca chi decide, chi si assume le responsabilità sulle proprie spalle.
Ci ritroviamo la costruzione del palazzo comunale ferma da oltre dieci anni perché qualcuno non ha avuto il coraggio di decidere su una transazione e per quella mancata decisione i cittadini pagheranno oltre 500 mila euro in più!
Avezzano deve uscire da vecchie logiche politiche che l’hanno indebolita, impantanata, isolata a vantaggio di altre città: L’Aquila ci mangia, la costa ci mangia.
Dobbiamo intercettare i finanziamenti europei regionale e statali e smettere di “spendere” iniziando a “investire” nel nostro Territorio.”