20 sconfitte su 36 partite, una salvezza ottenuta sul filo di lana, 6 allenatori in un anno e metà campionato vissuto tra patemi, polemiche e ribaltoni societari. Il 2019, l’anno del centenario della fondazione del club, sta per andare agli archivi come uno dei più magri nella storia dell’Avezzano Calcio. E il fatto che l’unica gioia di fine decennio riporti alla vittoria nel playout contro il Santarcangelo la dice lunga su quelli che sono stati gli ultimi 365 giorni biancoverdi.
Dalla gestione Luciano D’Alessandro al Gianni Paris bis, passando per Federico Giampaolo, Gianluca Colavitto, Stefano De Angelis, Antonio Mecomonaco, Alessandro Vaccaro, Andrea Liguori e nuovamente Antonio Mecomonaco. 2 presidenze per 6 gestione tecniche differenti: dall’esonero di Giampaolo al ritorno di Mecomonaco, avvolto in una nube di paure ed incertezze. In mezzo il capolavoro di Colavitto (unica nota lieta dell’anno), la brevissima parentesi De Angelis e le deludenti gestioni Mecomonaco I e Liguori, intervallate dalla baby era Vaccaro (2 vittorie su 3 tre partite nel mese di ottobre).
Continuità. Parola questa sconosciuta all’universo biancoverde. Un susseguirsi frenetico di rivoluzioni e controrivoluzioni che ha finito per avere inevitabili ripercussioni anche sul campo. Sono soltanto quattro i giocatori ad aver indossato la maglia dell’Avezzano per tutto il 2019: il capitano Federico Fanti, l’eterno Nikolas Kras, il giovane Matteo Di Gianfelice e l’oggetto misterioso Jacopo Puglielli. Bottino magrissimo: 11 vittorie, 5 pareggi e ben 20 sconfitte. Nessuna delle formazione del girone F ha fatto peggio dei biancoverdi.
Le speranze per il 2020 riportano alla stretta attualità: la società cercherà un attaccante di peso nel mercato professionisti, in apertura dal 2 gennaio. Mecomonaco ha già lamentato problemi di quantità della rosa: «Problemi che c’erano già ad inizio stagione». Non sembra essere cambiato nulla. Ma questa è diventata, ormai, una triste normalità.