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Il borgo che ‘resiste’, Introdacqua nuova meta di stranieri

Oltre 300 anglofoni, case acquistate. 'Ora difficile trovarne'

In controtendenza con il fenomeno dello spopolamento dei borghi italiani, il piccolo centro di Introdacqua, in provincia dell’Aquila, si ripopola grazie a centinaia di anglofoni provenienti dall’estero, senza legami parentali né
origini italiane.
“È un fenomeno anomalo – dichiara all’ANSA il sindaco, Cristian Colasante -. Oltre 300 stranieri tra inglesi, statunitensi, canadesi, australiani, irlandesi, scozzesi hanno scelto di vivere qui. Di questi, più di 20-25 famiglie risiedono stabilmente da circa cinque anni e alcuni hanno acquistato anche due case, una per sé e una per i figli. Gli immobili in vendita sono andati a ruba: ormai è difficile trovarne”.
Il borgo è rinato con case antiche ristrutturate in stile italiano d’epoca, fiori in ogni angolo, associazioni culturali e musicali, bar, festival ed eventi che animano le piazze anche in bassa stagione. E poi c’è un rituale della domenica mattina, nato per caso e ormai appuntamento fisso: il tedesco Wolfgang e la statunitense Diane, con le loro chitarre e una cassa Marshall, si posizionano nella piazza centrale e danno vita a due ore di musica flamenco-messicana. Intorno a loro si raduna la nuova ‘expat community’ in controtendenza, come la definiscono, tra caffé e chiacchierate.
Tra chi si è trasferito a Introdacqua c’è una coppia dell’Alabama con la passione per le case in pietra, come loro gli altri hanno apprezzato “prezzi bassi delle case, natura incontaminata, grande tradizione musicale del paese con le bande e una comunità ben collegata a una città fornita come Sulmona” raccontano Audrey, Greg, Wolfgang e Diane. Un ruolo fondamentale lo ha giocato anche l’accoglienza dei residenti. “L’apertura e la disponibilità degli introdacquesi hanno reso speciale questo processo di arrivi e integrazione” sottolinea Massimo Tardio, bibliotecario del paese e responsabile della casa museale D’Angelo’s House dedicata all’emigrazione.
Introdacqua, infatti, è anche la terra d’origine di molti emigrati e loro discendenti diventati celebri, come l’attrice Beverly D’Angelo – a lungo legata ad Al Pacino, con cui ha avuto due gemelli – e il wrestler Ilio Di Paolo, i cui figli tornano ogni anno da Buffalo per consegnare una borsa di studio in memoria del padre. Tra gli introdacquesi celebri anche l’organista jazz Tony Monaco, l’attore Ivo Garrani, il linguista Ernesto Giammarco, il poeta Pascal D’Angelo.
Tra emigrati di ritorno e nuovi residenti oggi il paesino, che sfiora i 2000 abitanti compresi i residenti delle numerose frazioni, è un esempio di comunità multiculturale d’ispirazione per i comuni dell’entroterra italiano. “La cosa bella è che non si perde la propria identità: non c’è assimilazione, ma multiculturalità in questo fenomeno” sottolinea Audrey Edwardson, originaria di Belfast, tra le organizzatrici del festival musicale ‘Intro Sounds’, che ogni estate richiama migliaia di appassionati.

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