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“Il braccio di ferro tra Regione e Tua è finto”

L'accusa è del deputato Iv Camillo D'Alessandro. "Assenza assordante della Regione. Si risveglia con i post social di Sospiri, che hanno valore giuridico pari a zero".

Il dibattito sulle corse tagliate a Pescara di Tua è abbastanza surreale, ancora più grottesco è il finto braccio di ferro tra Regione e Tua come se fossero corpi indistinti, lo scontro è una finzione, una menzogna”. Così si esprime in una nota il deputato di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, ex consigliere abruzzese delegato proprio ai trasporti.

“Quando è toccata a me la responsabilità di governo sui trasporti ho cercato di tenere sempre fuori l’azienda dal confronto politico-sindacale, non scaricando su TUA ciò che a Tua non compete. Ricordo che Tua è società in house della Regione Abruzzo, per cui è sottoposta al controllo analogo da parte del socio unico- Regione, quindi le decisioni della azienda, soprattutto quando incidono sulla offerta pubblica di trasporto locale, che ricordo essere un diritto universalmente garantito, al pari della sanità, deve essere sottoposto alla co-decisione della regione, ovvero alla sua funzione di controllo”, scrive nella nota il parlamentare.

“In assenza, ed è questo il punto, l’assenza totale della Regione che si risveglia con i post di Sospiri, che hanno valore giuridico pari a zero, l’azienda è tenuta a garantire l’impianto del servizio pubblico non potendo non sapere di corse vuote, in questo caso a causa della pandemia, che impone aziendalmente delle scelte. La Regione può risolvere il problema in un nanosecondo esercitando le proprie prerogative di socio unico in una società in house. Cosa che non fa”.

“Tuttavia mi chiedo e chiedo, se la logica del taglio delle corse a causa della totale o ridotta presenza dell’utenza, come sostiene Tua, allora perché la stessa Tua e Regione continuano a finanziarie corse commerciali, con le stesse caratteristiche di scarsa frequentazione, in perdita in altre parti del territorio regionale ed extra regionale, corse che producono oltre 1,5 milioni di perdita l’anno?”.

“Arriviamo al dunque: può la regione finanziare corse commerciali con i fondi del TPL ed invece tagliare corse di trasporto pubblico locale? Può farlo consentendo la proliferazioni di sub concessioni ai privati con i soldi pubblici, da parte di Tua, che detiene il servizio per un affidamento diretto in house, non certo perché ha vinto una gara? I nodi stanno arrivando al pettine e temo saranno dolorosi”, questa la conclusione.

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