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Il Castello di Balsorano riapre dopo anni di attesa e di indugio: «Nel maniero medievale, mi sento un re»

 

Vivere nell’epoca sbagliata. Questo stadio e stato delle cose, si chiama reincarnazione ricercata ed è il caso di citarlo in relazione alla situazione tutta nuova vissuta da un 25enne nativo di Balsorano, nato fra il carducciano ribollir dei vini del borgo, che, per una sfida tutta di petto ingaggiata contro la crisi, ha scelto di gestire il maniero del paese di 3.582  abitanti, a metà strada fra lo stile medievale e l’artistico quattrocentesco.

 

Il Castello Piccolomini di Balsorano, infatti, rimase quasi perfettamente intatto a seguito del tremendo sisma del 1915 e presenta, ad oggi, una particolarità preziosa: fu eretto, secondo la sua storia narrata, sulle fondamenta di un’altra antica e diruta struttura medievale, da Antonio Piccolomini, il ben noto nipote di papa Pio II, intorno all’anno 1460, il quale assunse, a quell’epoca, anche la baronia di Balsorano. La famiglia Piccolomini, quindi, detenne il possesso del poderoso castello fino agli inizi dell’anno 1700, quando la schiatta si estinse e la baronia del borgo passò nelle mani del dominio Testa, un nobile romano. «L’idea di fondo di prendere in gestione il Castello – afferma alla Redazione Antonio Fantauzzi – è venuta, in realtà, quasi per caso. Tempo fa, la nostra società, che si occupa anche di edilizia e di rifacimenti, nonché di restauri, stava eseguendo dei lavori all’interno del Castello. Dalla presa visione della sua splendida realtà delle cose, è nata, poi, l’idea di fare qualcosa di più per questo pezzo di fiaba della nostra terra. Così, lo abbiamo preso in gestione perché crediamo fermamente che il solo ricevere dal proprio territorio natale sia un atto di estremo egoismo; qualche volta si dovrebbe anche dare», afferma Antonio.

 

IMG_4627Al di là della storia passata, di fatti, è la storia recente quella che conta maggiormente, perché, in questo stesso caso, protesa a risvegliare le stanze (in tutto 40) di questo meraviglioso tocco di antichità marsicana. Antonio, quindi, titolare della società AFG Company Srl ha deciso di suddividere i piani futuri del meraviglioso Castello in due finalità ben precise: da un lato, ha riaperto, la sera del 10 agosto scorso, per la prima volta dopo tanti anni, il famoso ristorante interno, e, dall’altro lato, ben presto farà emergere un Hotel di lusso fra gli orizzonti del destino del maniero marsicano. «La prima azione da intraprendere, da questo momento in poi, – spiega il ragazzo – è quella di cercare di rimettere in moto tutta la macchina del Castello, per tentare di far capire alla gente che questo luogo simbolo di Balsorano sta riaprendo finalmente i battenti. Dal canto nostro, noi cercheremo in tutti i modi di riportare qui più gente possibile, soprattutto dal di fuori dell’Abruzzo, grazie alla realizzazione di eventi, convegni e quant’altro. Proveremo, insomma, a sfruttare a dovere questa struttura al massimo grado, presentando, a breve, anche un importante progetto, una sorpresa vera e propria per la zona della Marsica, che abbiamo in essere da un bel po’». Balsorano, infatti, deve molto al suo Castello. Rimasto chiuso per molti anni, senza arte né parte, nel borgo storico, ora, nel 2016, potrebbe avere una nuova possibilità di esistenza e di riuscita. «Avere in gestione una struttura come questa, tra l’altro, dichiarata monumento nazionale nel 1902 – continua il giovane custode – significa avere molte responsabilità sulle spalle. Al di là della bellezza immortale, infatti, e, quindi, al di là dei lavori di miglioramento, noi abbiamo dato vita e luogo, in questi anni, ad un’opera letterale di rivalorizzazione del posto e di rivalutazione del maniero, anche perché si tratta di un edificio che ha già il suo perché; non bisogna, infatti, capovolgere totalmente la struttura, ma semplicemente dar atto a miglioramenti di minime cose ed essenziali caratteristiche», avverte. A settembre, inoltre, la missione ‘Castello Balsorano’ salirà un gradino in più in questa sua lunga scalinata del vivere bene, in forma e in ambizione. «Probabilmente, apriremo i cancelli all’idea dell’Hotel di lusso, anche se, per l’apertura effettiva e definitiva dell’albergo, vi sarà bisogno ancora di un po’ di tempo e di sperimentazione, ma, sicuramente, tutto il progetto di lusso sarà curato nei minimi particolari».

Ed alla domanda com’è gestire un patrimonio antico del genere, il giovane imprenditore balsoranese ha risposto, determinato: «E’ difficile, ma, in fondo, la giovane età è fatta anche del rischio, no? Quando sentivo parlare delle innumerevoli start up che nascono e crescono in America, mi sono sempre chiesto cosa hanno i ragazzi americani in più rispetto a quelli italiani. Forse l’allegria dello sbaglio o la frenesia del salto nel buio. Io ho fatto un patto con me stesso e mi sono lanciato». Dal deserto delle pietre all’oasi della gastronomia in stile medievale, quindi, Antonio Fantauzzi ha realizzato il suo sogno nel cassetto. Anzi, vista la location prescelta, ha realizzato il suo sogno in armatura. «Quasi – ha rimbrottato, poi, laconico – infatti, il mio sogno più grande e variopinto è quello di avere una catena di ristoranti di livello internazionale tutta mia, sparsa in tutti gli angoli del mondo: questo qui, a Balsorano, potrebbe essere considerato il mio primo passo mosso in questa direzione». Dicono che il sogno sia fatto di tante facce e di tante sfumature diverse: non è vero. Il sogno ha una sola faccia e si chiama volontà.

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