Trasformare la roccia in un palco e le nuvole celesti in proiettori accesi sulla verve dello spettacolo. L’eleganza del riccio è quella sorta di metamorfosi a cui l’uomo contemporaneo dà segno ed inizio quando ciò che lo circonda, incomincia a cambiare. L’uomo cambia, cioè, in funzione delle esigenze del reale, pur mantenendo fede a sé stesso ed alle proprie idee. Questo smalto e questa stessa ‘brillantina’ della mente sono venuti in testa ad un musicista aquilano, che ha deciso di suonare dal vivo ad alta quota, sulle vette mastodontiche della montagna abruzzese del Gran Sasso, assieme alla performance di due ballerine d’eccezione del luogo. Perché? Domanda sciocca. Perché no, sarebbe forse meglio chiedersi. Interrogarsi, infatti, troppo spesso sul perché delle cose, fa apparire, queste stesse cose, come senza senso. Ed invece, queste idee nostalgiche di arte, musica e spettacolo in luoghi dalla bellezza spontanea, un senso lo hanno, eccome.
«L’idea – spiega Ornella Cerroni, titolare, direttrice artistica ed insegnante del Centro Danza ‘Art Nouveau’ di L’Aquila – è venuta ad un mio collega musicista, di nome Gennaro Spezza, autore anche della foto in copertina, che ha manifestato la volontà di suonare dal vivo in alta quota. Fra le nostre montagne, infatti, il respiro del mondo diventa più vero e più grande. Proprio l’altro ieri, siamo saliti in vetta per tentare di dar seguito a questa idea, ma tirava fin troppo vento per dar luogo alla nostra missione di propaganda turistica e territoriale. Abbiamo deciso, quindi, di riprovare la settimana prossima ed abbiamo prescelto, come luogo di esibizione, la vetta del Corno Grande, ossia il picco più alto del Gran Sasso, il quale presenta una forma a ferro di cavallo, includente ben tre vette differenziate tra di loro», aggiunge. L’artista delle sette note suonerà il clarinetto ed il sassofono, mentre due ballerine ‘coraggiose’ del Centro di danza di Ornella, entrambe aquilane, improvviseranno sulle punte. Un programma assolutamente insolito, questo, quindi, che nasconde, però, un’idea ben precisa. «La prossima settimana, gireremo – afferma ancora Ornella alla Redazione – un video in pieno stile ‘nuovo’, sulla vetta del Corno Grande. Valorizzare il territorio attraverso le arti umane immortali, quali la musica, la danza e la fotografia: questo è il senso primo ed ultimo di questa ‘Performing Art’». Il Centro di danza di Ornella, infatti, in voga sin dagli anni ’80, ha, negli anni trascorsi, sempre realizzato numerosissimi gala-spettacoli di questo stesso tono elegante ed istintivo. Ha raccolto, inoltre, in giro per il mondo, sempre fruttiferi riconoscimenti internazionali, tanto nella disciplina classica quanto in quella moderna. Madrina della danza nazionale ed internazionale, quindi, Ornella ha definito, come qualità massima per riuscire nella vita, l’umiltà.
‘Performing Art’, quindi, è un progetto voluto proprio da Ornella Cerroni che, ogni anno, sceglie luoghi diversi e suggestivi come location per questa commistione incantevole fra le tre arti suddette, facendo coincidere, poi, questo desiderio di spettacolo, con la beneficienza sociale; ad esempio, lo scorso anno, lo show di danza, musica e fotografia ha raccolto fondi e risorse per il Centro Antiviolenza per le Donne di L’Aquila. Le due ballerine che si presteranno ad essere, per un giorno, ninfe di montagna un po’ extraordinarie, saranno Olimpia Rivera ed Alessia De Carolis, entrambe artiste del Centro Danza ‘Art Nouveau’. «Quale contesto migliore, per la ‘Performing Art’ di quest’anno, se non quello del Gran Sasso di casa nostra? Vorrei, inoltre, dare atto ad un backstage vero e proprio, durante la salita per la direttissima verso il Corno Grande, con gli artisti partecipanti, muniti, ognuno, del proprio ‘strumento’ di lavoro», dice Ornella. Nel mese di dicembre venturo, invece, presso l’Auditorium ‘Renzo Piano’, vi sarà la seconda tappa di ‘Performing Art’ e si tratterà di uno spettacolo-gala dal vivo, con mostra fotografia inclusa, rappresentante luoghi assai originali, come la nostra amata montagna. Lo scorso anno, ad esempio, lo shooting fotografico è avvenuto sott’acqua ed è stato curato interamente dal fotografo ateniese trapiantato all’Aquila, Aristeidis Apostolopoulos, vincitore, tra l’altro, del concorso fotografico di ‘National Geographic’ nel 2015 e parte essenziale anche del progetto di quest’anno. La scuola di Ornella ha sede in via Rocco Carabba, al numero 19, all’Aquila. Avere una location del genere e saperla utilizzare fino al fondo è, forse, il dilemma maggiore che attanaglia gli artisti veri di oggi. L’arte, infatti, malvolentieri si discosta dal proprio territorio di nascita. Essa vorrebbe sempre tornare ‘a casa’, laddove è nata e cresciuta, come se la legasse, al luogo natio, una specie di amore incontrastato. Il territorio si esprime, insomma, non solo con i rumori del bosco e della vegetazione, ma anche con i passi di danza e con i suoni di musica. Ciak, si gira.