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Il manager abruzzese Colangelo a ‘Le Iene’: nella rete della gag, assieme a Maurizio Mattioli

La verità sta nel mezzo: un poco più a destra del doppio senso e un po’ meno a sinistra del senso di colpa. E ‘Le Iene’, di verità, in verità, ne fanno settimanalmente un’abbuffata enorme, ma anche di carrambate nei confronti dei vip immemori del tempo che, nonostante tutto, continua a passare. Uno di essi è Maurizio Mattioli, volto e voce di una comicità romanesca e nazionale ora divenuta assai fonte di nostalgia. Assieme al suo manager targato Marsica, Settimio Colangelo, originario di San Benedetto dei Marsi, infatti, l’attore Mattioli è stato pizzicato dall’algoritmo della risata di Italia Uno.

img_5640-1Un ‘Cineombrellone’, sulla scorta del più famoso confratello ‘Cinepanettone’, ideato dalla famiglia allargata di ‘Le iene’ che ha, ieri sera, avuto l’intento di sottolineare come un cliché cinematografico comico, tutto italiano in realtà, sia necessariamente prodotto dai luoghi comuni di una società, molto spesso in netta contraddizione con sé stessa, rielaborati, però, in stile Art Nouveau. Ilari Blasi, madrina accasata della serata, ha giustamente parlato di scherzo ‘epico’, effettuato nei confronti del vero papà delle gag sotto l’ombrellone, Maurizio Mattioli, rappresentato, in terra d’Abruzzo e non solo, a livello manageriale, dal suo oramai fido assistente Colangelo. «Belle strappone, scemi del villaggio, intrichi sessuali e tormentoni della parola – afferma il cast di ‘Le Iene’ – questo il mix del conclamato Cinepanettone all’italiana e Maurizio Mattioli, da 30 anni, fa fortuna proprio calcando i palcoscenici delle commedie natalizie per il cinema di ultima generazione; attore de ‘Il Bagaglino’ prima e de ‘I Cesaroni’ poi, egli impersona lo stereotipo del romano coatto e caciarone». Il Cinepanettone è il prodotto, ovviamente di successo e di pubblico, nato dalla volontà tutta artistica dei fratelli Vanzina (i registi Carlo ed Enrico) di estremizzare le maschere della società a noi contemporanea, alla pari di un pirandelliano deja vu. «Anche ‘Le Iene’, quindi, hanno voluto provare a tirar fuori dal fondo del cilindro il loro cineombrellone personalizzato, un mix di mini film, tutto girato con telecamere nascoste e microfoni imboscati», al netto dell’oscuro di Mattioli e, ovviamente, del suo fido agente, il ‘nostro’ Settimio Colangelo. 
Una trama assurdamente avvincente, ricca di colpi di scena da una battuta e via, ha condito l’andirivieni del film, girato a mo’ di candid camera. Il titolo? ‘Natale a Siracusa’: ed è subito Capodanno. «Il 3 luglio del 2016, Maurizio Mattioli arriva all’aeroporto di Catania, con il suo assistente (Settimio Colangelo Ndr.) per fare un week end di pubblicità, con tanto di foto promozionali con ospiti. Lo accolgono due nostri complici, – avverte lo staff di ‘Le Iene’ – l’infame e lo scemo». Altro attore in gioco che scenderà in campo: il finto uomo d’affari, il ‘milanese baüscia’, «che vorrebbe fare anche un film. Finché nella vita di Mattioli- continua la voce narrante – non entra in gioco lei, Gabriella, che, nel film girato a casaccio da ‘Le Iene’, veste i panni della parte della ‘strappona psicopatica’, ossia della ‘gnocca’ senza paura, la quale incomincia anche una seduzione velata, tra il sacro e il profano, verso Mattioli, lasciandosi spalmare la crema da sole sulle spalle e sulla schiena». Lei è la figlioccia incestuosa del finto imprenditore di Milano.

img_5636Il cineombrellone, ossia lo sketch che ha visto protagonista il noto attore romano, quasi adottato dalla terra marsicana, concluderà poi, come è d’obbligo in questi casi, con una grossa e grassa risata finale. ‘Le Iene’ hanno, da tempi immemori, la controversa attitudine di non lasciasi mai scappare chi davvero ha a che fare con la verità. Così i comici: chiacchierano del mondo, strisciando lungo il confine della sua muta voce reale, colorandola, però, di altri colori e pitturandola di altri umori.

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