Ogni anno la vaccinazione anti-influenzale degli anziani e delle persone fragili inizia nei primi giorni di Novembre e noi medici di medicina generale siamo coinvolti in prima persona. Iil medico di base Donato Aratari, già consigliere comunale e al fianco di Di Pangrazio sindaco nelle ultime amministrative che hanno riguardato la città di Avezzano, scrive e si rivolge direttamente alla dirigenza della Asl 1: “Dove sono i vaccini per l’influenza?”.
“Quest’anno, – scrive in una nota stampa – vista l’emergenza covid-19, durante l’estate c’è stata, giustamente, una notevole campagna di sensibilizzazione da parte dei media per spingere la popolazione a vaccinarsi contro l’influenza a partire dal mese di Ottobre. Era quindi logico aspettarsi una richiesta maggiore di vaccini rispetto agli anni precedenti. Tutti noi, dovendo evitare gli assembramenti, abbiamo provveduto a programmare l’accesso ai nostri ambulatori dei pazienti da vaccinare mediante prenotazione a partire dai primi di Ottobre. Ma i primi di Ottobre i vaccini non c’erano. Abbiamo pensato ad un ritardo legato alla consegna di ingenti quantitativi di dosi, ma il 13 Ottobre la ASL ha consegnato 70 vaccini ad ogni medico dicendoci che non appena avremmo finito quella quantità ce ne avrebbero dati altri, ma ciò non è avvenuto. “C’e’ un ritardo nelle consegne” ci hanno detto, “arriveranno i primi di Novembre”. Ma i primi di novembre ce ne hanno dati solo 50 ciascuno dicendoci che il resto ce lo avrebbero dato verso la metà del mese, cosa che, ovviamente, non è avvenuta. Ora, considerando che io, per esempio, ho più di 300 assistiti over 65 (senza considerare i diabetici, gli ipertesi, i cardiopatici, i bronco-pneumopatici, i neoplastici…. Ecc.). Considerando che tutti i miei colleghi della provincia si trovano nella mia stessa situazione. Considerando che finora meno della metà dei nostri assistiti e’ stata vaccinata. Considerando il caos che si è venuto a creare tra i pazienti con prenotazioni effettuate, poi rimandate e poi rimandate ancora non si sa a quando, considerando che, ovviamente, i pazienti avendo noi come unici interlocutori, chiamano noi per avere risposte che noi non abbiamo”, aggiunge.
“Tutto questo, inoltre, comporta un ulteriore carico di telefonate che si va ad aggiungere a tutte quelle che riceviamo per l’emergenza che stiamo vivendo ed a quelle che riceviamo quotidianamente per tutte le problematiche extra-covid. Vorrei chiedere alla dirigenza della Asl 1: cosa dobbiamo rispondere ai pazienti che ci chiedono quando arriveranno questi famigerati vaccini?”
“Ognuno deve assumersi la propria responsabilità”, questa la conclusione.