La riforma del Codice della strada passa anche al Senato e diventa legge. L’approvazione definitiva del provvedimento, fortemente voluto dalla Lega e dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, viene accolta con soddisfazione dai banchi della maggioranza e dal governo. Critiche invece le opposizioni e alcune associazioni di categoria, che esprimono forti dubbi sulla misura. Al centro delle polemiche, la stretta sui monopattini, le nuove norme sugli autovelox e sulla definizione delle zone Ztl, e sui controlli per la guida sotto effetto di stupefacenti.
E mentre arriva l’ok al testo, a pochi metri da Palazzo Madama, un flash mob di ciclisti attacca una riforma “ostile alla mobilità sostenibile”. “Non è un omaggio alle vittime della strada”, protestano una cinquantina di manifestanti. Di tutt’altro avviso, il vicepremier e leader della Lega. Per Salvini, la riforma è “frutto di un lungo confronto durato più di un anno con associazioni, enti locali, realtà dell’automotive ed esperti, con un obiettivo comune: ridurre le stragi sulle strade italiane”.
Il testo della legge delega è rimasto bloccato al Senato per mesi. Oggetto di un aspro scontro tra Forza Italia, che avrebbe voluto proporre modifiche sostanziali, e la Lega, incline invece ad accelerare l’approvazione evitando il doppio passaggio alla Camera. Ora, dopo i ripetuti annunci del vicepremier, la riforma passa con il plauso di tutta la maggioranza.
Per Salvini, il provvedimento porterà “più sicurezza e prevenzione, contrasto ad abusi e comportamenti scorretti, norme aggiornate ed educazione stradale vera”. L’esultanza è di tutto il gruppo leghista, che sottolinea le misure chiave: dallo stop “ai monopattini selvaggi”, alle “pene più severe per i trasgressori”.
Il senatore azzurro Roberto Rosso, che pure tiene a sottolineare le proposte di Fi “riconosciute dal governo”, parla di “una stretta assolutamente necessaria per salvare vite”. Per il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante, di Forza Italia, la riforma è un “punto di svolta dopo anni di immobilismo”. Stessa posizione espressa da Noi moderati. Per il senatore di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi, il ddl “non risolve tutti i problemi”, ma “mette un freno a una vera e propria strage che insanguina le nostre strade”.