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Il Papa alla benedizione Urbi et Orbi

Si è soffermato sulla violenza di genere, il riarmo, le guerre

Papa Francesco, a sorpresa, si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per il tradizionale Urbi et Orbi. È stato salutato con grande entusiasmo dai numerosissimi fedeli presenti a Piazza San Pietro.
“Cari fratelli e sorelle buona Pasqua”, ha detto il Pontefice.
Poi ha fatto cenno a Mons. Diego Ravelli di leggere il suo messaggio per la Pasqua.
“Vediamo volontà di morte in guerre e violenze contro donne e bambini” Papa Francesco è tornato a puntare i fari sulla violenza contro le donne, come aveva già fatto ieri nell’omelia della Veglia di Pasqua. Francesco ha sottolineato che agli occhi di Dio “ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare”.
“Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!”
“Cristo risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura”.
“In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione. La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell’adoperarsi per evitare l’acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti”.
“Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”
“Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti. In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio”.

Alla fine dell’Urbi et Orbi il Papa ha effettuato un giro della piazza con la Papamobile per salutare i fedeli, si è fermato a salutare i bambini e poi ha fatto rientro nella sua residenza.

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