«L’albergo non esiste più, è completamente distrutto». Le prime, sommarie descrizioni dei vigili del fuoco arrivati via terra rendono bene il senso della tragedia di Farindola, in provincia di Pescara, dove l’albergo Rigopiano è stato travolto da una valanga. I soccorritori hanno già estratto dalle macerie due cadaveri, ma alla conta mancherebbero una trentina tra clienti e dipendenti della struttura: le unità cinofile sin qui non hanno raccolto segnali, e con il passare del tempo la speranza di trovare dei superstiti diventa sempre più remota.
Ci sono volute ore alla colonna dei soccorsi ‘pesanti’ per arrivare nella zona coperta da metri di neve. I primi aiuti, quelli degli uomini del soccorso alpino del Cai e della Guardia di finanza, erano giunti sugli sci nella notte: due persone che si trovavano all’esterno della struttura erano state messe in salvo ma con la luce dell’alba la situazione è apparsa in tutta la sua drammaticità: «L’hotel – racconta Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili – è stato investito dalla valanga, che l’ha oltrepassato, seppellendolo. Ci sono tonnellate di neve, tronchi di albero e detriti ovunque. E materassi trascinati a centinaia di metri».
Mentre la Procura di Pescara apre un’inchiesta ipotizzando l’omicidio colposo e i parenti degli ospiti del Rigopiano vengono accolti in una struttura ad hoc, emergono le prime storie.
«Giampiero Parete (uno dei due superstiti, ndr) sta bene ma è preoccupato per i suoi due figli di 6 e 8 anni e per la moglie – spiega Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di Parete – la moglie aveva mal di testa e aveva bisogno di una medicina che era in macchina. Giampiero è uscito dall’albergo ed è andato in auto. Mentre stava tornando verso l’hotel ha sentito rumori e scricchiolii e ha visto la montagna che cadeva». Sempre secondo Marcella, «tutti gli ospiti dell’albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve».
«A Farindola è accaduto qualcosa di straordinario – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio – all’abbondante nevicata si sono sommate le scosse di terremoto. Le polemiche oggi non servono, serve solo la speranza che all’interno dell’albergo non ci sia una tragedia. C’è bisogno anche di una grande solidarietà tra le istituzioni».
Fonte AGI