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Immigrazione, Di Pangrazio: “Fuori chi delinque”

Il candidato sindaco: "Accoglienza e integrazione per chi lavora onestamente”

“Tanti cittadini hanno chiesto quale fosse la mia posizione rispetto al tema dell’immigrazione, in particolare nel contesto del nostro territorio, e quali le politiche da adottare per mitigare i conflitti sociali che la nostra città avverte, sempre più intensi, negli ultimi tempi. Inutile sottolineare che la pandemia, oltre che le notizie giornaliere di continui sbarchi e hot-spot al collasso, preoccupano tutti i cittadini ed è altrettanto superfluo affermare che la politica nazionale non riesca a rimediare a una situazione ormai fuori controllo e in totale confusione logistica, affrancata da un’ideologia che alimenta più interessi economici e prebende personali che fattori di solidarietà, aumentando in tal modo quel sentimento di razzismo diffuso tra la popolazione”. Lo dichiara il candidato sindaco per Avezzano Gianni Di Pangrazio.

“Per questi motivi – continua – ritengo che gli sbarchi e i flussi migratori debbano essere fermati, in modo particolare oggi, innanzitutto per la recidiva del Covid-19, per difendere la nostra popolazione da possibili, ulteriori, occasioni di contagio. La preoccupazione aumenta e diventa allarmante se pensiamo che la sanità marsicana, al momento, non sarebbe in grado di rispondere efficacemente a un afflusso improvviso di pazienti affetti dal virus.

Per quanto riguarda il nostro territorio e la città di Avezzano, tolleranza zero per chi delinque o commette reati: costoro devono essere immediatamente allontanati dai nostri territori che hanno bisogno di riconquistare sicurezza, serenità e gli spazi che appartengono a tutti. L’integrazione e l’accoglienza vanno disciplinate, ma solo per coloro che lavorano e contribuiscono alla crescita del sistema economico della Marsica: penso ad esempio alla manodopera che necessita alle imprese nell’agroalimentare ma, anche, a quanti operano e sono impegnati in ogni ambito del nostro sistema produttivo”.

“Questi cittadini, le loro famiglie e i figli – conclude – devono essere considerati e aiutati a integrarsi pienamente nella nostra comunità, nel rispetto delle leggi, delle regole, delle abitudini e delle tradizioni che osserviamo”.

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