Quirino D’Orazio, sindaco di San Benedetto dei Marsi, interviene nella polemica sul nuovo impianto irriguo del Fucino, sollevata dal sindaco di Pescina, Stefano Iulianella. “Quando la vecchia Giunta Regionale voleva deviare l’acqua del fiume Giovenco all’altezza di Ortona dei Marsi per portarla sulla valle d’Amplero, per realizzare un “laghetto turistico” in quota, bruciando inutilmente immani risorse pubbliche, destinate al mondo agricolo, nessuno fiatava – ha dichiarato D’Orazio – Quando per questa scellerata operazione si banalizzava su reali criticità sismiche, nessuno fiatava. Quando si volevano distruggere i famosi insediamenti archeologici di Amplero, nessuno fiatava. Quando si sminuivano gli oggettivi problemi di fattibilità progettuale, togliendo l’acqua del Giovenco a Pescina, nessuno fiatava.
Quando si voleva realizzare un intervento che non avrebbe risolto i drammatici problemi della siccità dell’agricoltura del Fucino durante il periodo estivo, nessuno fiatava.
Ora, che quello scempio di progetto è stato rivisitato e lo si sta adattando alle reali esigenze del mondo agricolo; ora che lo si vuole rendere funzionale e risolutivo di quei problemi per cui il finanziamento era stato previsto; ora che si vuole realizzare un funzionale attingimento di acque per riempire le vasche di accumulo a valle, durante il periodo invernale, garantendone l’approvvigionamento e salvaguardando quello che è uno dei settori più importanti dell’economia regionale;
proprio ora che a Pescina si vota, di punto in bianco, qualcuno, con tempistiche ad orologeria, alza la voce, raccontando i fatti in maniera completamente distorta, provando a montare una protesta che potrebbe portare solo danni ed arretratezza al nostro territorio.
Con questo scellerato modus operandi, si rischia seriamente che i famosi 50 milioni di euro, previsti nel Masterplan Abruzzo per l’impianto irriguo del Fucino, date le ristrettezze dei tempi per la cantierizzazione delle opere, ritorneranno inevitabilmente a Bruxelles, che non vede l’ora di destinarli rapidamente a popoli più svegli ed intelligenti.
Con questo discorso, voglio precisare che non ho intenzione di difendere nessuno, nè tantomeno di attaccare qualcuno, quanto piuttosto di difendere un territorio che da decenni non vede interventi pubblici strutturali per il suo rilancio e salvaguardia economica.
Senza questo intervento, non solo si perderà una grande opportunità di rilancio, ma resteranno irrisolti anche tutti quei problemi che oggi si vogliono e si debbono affrontare, per la tutela del nostro settore agricolo, che tanto ha bisogno di investimenti ed ammodernamento, senza i quali, sarà destinato, per nostra miopia, a rimanere sempre più indietro.
Caro Silone, sono passati tanti anni, ma la mentalità di alcuni, purtroppo, non è cambiata affatto.
Forse non abbiamo fatto ancora tesoro delle esperienze pregresse e forse saremo condannati a restare, come tu scrivevi tanti anni fa, solo dei “cafoni”.
Vorrei tanto sbagliarmi.