È stato presentato presso il Centro Operativo nazionale dei Vigili del fuoco, al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il progetto per l’istituzione dei presidi rurali.
La titolare del Viminale ha espresso la propria soddisfazione per «un modello operativo che intende migliorare – secondo una esigenza che era emersa anche durante un incontro con il ministro Cingolani – l’attività di prevenzione e la capacità di intervento sul territorio per contrastare gli incendi boschivi, un gravissimo fenomeno che annualmente colpisce il nostro Paese e il suo ricchissimo patrimonio naturale. L’istituzione dei presidi rurali rafforza la già intensa collaborazione tra enti locali e Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e conferma l’impegno di quest’ultimo per essere sempre più vicino alle comunità locali e ai cittadini», ha sottolineato il ministro Lamorgese esprimendo ancora una volta «il ringraziamento a tutti gli appartenenti al Corpo per l’impegno quotidiano a servizio del Paese».
«Il progetto è l’occasione decisiva per garantire una più rapida ed efficace risposta sul territorio nell’ambito del soccorso urgente, in particolare delle aree più esposte a rischio incendi boschivi e di prossimità. Il progetto partirà in via sperimentale in vista della prossima stagione estiva», ha dichiarato il capo dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, Laura Lega, che ha ringraziato il ministro per l’attenzione che sempre riserva al Corpo nazionale.
Il Capo del Corpo, Guido Parisi, ha sottolineato il lavoro prezioso svolto dai direttori centrali e dei direttori regionali per la realizzazione del progetto che consentirà di raggiungere un’attiva e più profonda sinergia fra Vigili del fuoco ed enti locali per fronteggiare più efficacemente l’emergenza degli incendi boschivi.
Il piano attuativo prevede nel triennio 2022-2024 la creazione di 30 presidi sul territorio, distribuiti nelle aree individuate come quelle più esposte al rischio di fenomeni gravi.
Sei presidi saranno operativi già dall’estate 2022, nell’area del Parco nazionale del Gran Sasso, dell’Alta Murgia, del Cilento, del Pollino, dell’Aspromonte e del Parco regionale delle Madonie.
I sindaci e i direttori dei parchi hanno accolto favorevolmente l’iniziativa dei presidi rurali, mettendo a disposizione strutture e risorse per la loro realizzazione.
Il progetto dei Presidi Rurali interviene in tre contesti fondamentali: ambientale, infrastrutturale e logistico. In quest’ottica, il presidio diventa importante non solo per la risposta sul territorio ma anche perché si candida a diventare un vero e proprio “Centro di Comando Avanzato”, in condizione di ospitare anche le componenti del sistema regionale antincendio, volontari o appartenenti alle altre forze impegnate sul territorio.