Sabato mattina a Castel di Sangro è stato inaugurato dal Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio ed il Sindaco Angelo Caruso un monumento disegnato dal famoso designer Cleto Munari. Il luogo prescelto è stato è la rotonda dinanzi al campus scolastico. L’opera è costituita da quattro blocchi di marmo lavorati come libri che recano sul dorso varie materie: letteratura, scienze, storia e filosofia, nonché arti e mestieri, sormontati da un arco con una freccia rivolta verso il cielo. Il monumento è stato offerto dall’impresa Ricci di Castel di Sangro, che ha voluto regalare alla città non solo un bene di grande valore artistici ma anche un messaggio rivolto ai giovani per indurli a rivalutare i mestieri e le arti di cui la comunità è stata sempre ricca. La creazione dell’artista interpreta perfettamente lo stile e la filosofia dell’azienda Ricci, da sempre attenta ai valori della cultura e alla memoria delle arti e dei mestieri che hanno rappresentato l’identità italiana e che, purtroppo, stanno lentamente scomparendo. Vuole essere anche uno stimolo per i giovani a valutare la possibilità di intraprendere percorsi formativi legati all’artigianalità, declinata nelle varie specializzazioni, che assumono pari valore e dignità rispetto alle tradizionali discipline scolastiche.
A margine della inaugurazione si è svolto un convegno dedicato al comparto scolastico, che avrà senz’altro lo scopo di indurre un’ampia riflessione alle generazioni del futuro sulle scelte che esse dovranno compiere per la loro vita, richiamando la loro attenzione su una storia che ha caratterizzato la forza di una comunità creativa nel campo delle arti e dei mestieri. Sull’argomento va sottolineato come la cultura moderna ha recuperato la consapevolezza che il fine principale dei monumenti è quella di tutelare non solo la materia del bene ma anche i suoi valori intrinsechi. Dall’osservazione di un oggetto simbolico si riconoscono specifici valori che lo rendono diverso da altri, cosicché esso entra a far parte di un mondo proprio dell’individuo che ne ha riconosciuto un determinato significato. I metodi che criticamente stabiliscono come riconoscere un valore dipendono dal contesto sociale, economico e politico in cui l’uomo si è formato. La necessità di ricercare questi valori nasce dall’opportunità di avere riferimenti reali e culturali che consentono all’uomo di orientare le proprie scelte morali e quindi dare un senso alla propria vita presente e futura. L’introduzione di un elemento simbolico in una realtà sociale determina l’insorgere di un rapporto tra valori e bisogni, ovvero il mutamento delle condizioni di vita nella società attuale, quindi il rapporto tra preesistenza e contemporaneità. Non si può poi sottovalutare il condizionamento che la comunicazione multimediale oggi dedica alla conoscenza del patrimonio culturale. Parlare quindi di tutela e conservazione dei beni culturali significa confrontarsi con le suddette tematiche e cercare di fornire contributi operativi specifici che rispecchiano le realtà culturali di riferimento. Il contributo che l’opera potrà apportare sarà senz’altro molto apprezzabile per la trasmissione dei principi innanzi accennati, tenendo conto altresì del pregio che attribuirà al contesto urbano così come riqualificato.
A seguito dell’inaugurazione si è tenuto presso il Cinema Teatro Italia il convegno “Il valore del sapere”, una tavola rotonda coordinata dal giornalista Leopoldo Gasbarro per approfondire ciò che rappresenta quella freccia puntata verso il cielo. Dopo i saluti del sindaco di Castel di Sangro e Presidente della provincia dell’Aquila Angelo Caruso e del costruttore Guido Ricci si sono succeduti sul palco ospiti che partendo dell’artigianalità e della conoscenza delle arti e dei mestieri sono arrivati a costruire importanti realtà economiche ed artistiche a livello internazionale. Insieme all’artista ideatore del monumemto Cleto Munari anche gli Chef Niko Romito e Franco Pepe, uno dei migliori pizzaioli al mondo, hanno spiegato agli studenti delle scuole dell’Alto Sangro l’importanza del connubio tra tradizione e ricerca del nuovo per affermarsi in ambito lavorativo e come cittadini di una nazione con grandi conoscenze da preservare ma con uno sguardo al futuro. Ospite d’onore lo psichiatra, saggista e opinionista Paolo Crepet, che con la sua proverbiale abilità comunicativa pungente ed ironica si è rivolto alla giovane platea con racconti di vita ed opinioni sempre sul tema del sapere, di come la sperimentazione, la ricerca e a volte anche il fallimento siano importanti per la formazione del lavoratore e della persona in generale, in una società dove la tecnologia non deve diventare il sostituto “di plastica” dell’artigianalità e delle capacità creative dell’essere umano.