“La Corte Costituzionale ha bocciato la Regione Abruzzo per aver previsto un ‘no’ programmatico agli inceneritori: peccato che i giudici costituzionali abbiano fondato la decisione anche sull’applicazione del DPCM 10 agosto 2016 che aveva previsto per la regione un fabbisogno di incenerimento per 120 mila tonn/anno, un decreto risultato però irregolare e per questo censurato dalla Corte di Giustizia UE e dal TAR Lazio con sentenza del 2020 andata in giudicato”.
A rilevarlo è la segreteria operativa del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, che parla apertamente di “gaffe paradossale della Corte Costituzionale”.
“I 120 mila tonn/anno di fabbisogno abruzzese per l’incenerimento – si spiega in una nota alla quale sono allegate le relative sentenze – citati dalla Corte non esistono più, cancellati dalle sentenze; il Ministero è stato pure commissariato per riscrivere quel decreto nazionale irregolare per mancanza di Valutazione Ambientale Strategica. La Corte appare quindi incredibilmente ignara di questa bocciatura”.
“Il DPCM del 2016 che calcolava il fabbisogno di incenerimento – ricorda il Forum H2O – fu oggetto di un ricorso da parte di alcune associazioni, cui noi abbiamo dato un appoggio tecnico, facendo emergere la totale insostenibilità degli inceneritori, impianti che emettono enormi quantità di gas clima-alteranti, in particolar modo CO2, che non viene intercettata in alcun modo. I giudici amministrativi romani sollevarono a livello comunitario la questione della compatibilità del decreto del 2016 con le norme europee sulla Valutazione Ambientale Strategica, procedura che il Ministero aveva omesso prima di emanare il decreto. La Corte di Giustizia UE con sentenza sulla causa C-305/18 dell’8.5.2019 ha stabilito che era necessaria la Valutazione Ambientale Strategica. Di conseguenza il TAR Lazio con la sentenza 10088 del 2020 ha censurato il decreto svuotandolo praticamente di qualsiasi contenuto, comprese le previsioni del fabbisogno improvvidamente citate dalla Corte. Numeri che valgono meno che zero da un punto di vista legale. Semplicemente non esistono”.
“Recentemente il TAR Lazio, cui si sono rivolte nuovamente le associazioni che fecero il primo ricorso – si sottolinea nella nota – con la nuova sentenza 4987/2022 ha pure commissariato il Ministero rimasto inadempiente nel rivedere appunto quel decreto del 2016 e i relativi fabbisogni attuando finalmente la Valutazione Ambientale Strategica. Siamo quindi a un paradosso: la Corte boccia le previsioni del Piano abruzzese che è stato regolarmente sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica applicando un Decreto nazionale irregolare proprio perché non assoggettato a questa procedura obbligatoria”.