Quattro indagati tra i vertici dirigenziali e amministrativi del ministero della Transizione ecologica, nell’ambito di uno dei filoni d’inchiesta relativi alla cosiddetta maxi discarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara).
Omessa bonifica, falso e omissioni: queste le ipotesi di reato contestate ai quattro funzionari ministeriali, dopo le indagini dei Carabinieri Forestali di Pescara.
Il fascicolo in questione, come riferito nell’edizione di ieri del TgR Abruzzo – riporta l’Ansa – è stato trasferito alla Procura di Roma per competenza, dato che i presunti reati sarebbero stati commessi negli uffici del ministero. Al centro l’intricata vicenda del bando ministeriale per la bonifica delle discariche ‘2a’ e ‘2b’.
Risale al 2015 la relativa gara da 45 milioni di euro, vinta tre anni dopo dal raggruppamento di imprese guidato dal colosso belga Dec Deme. Nel 2020, però, ci fu un colpo di scena, quando il ministero ha revocato la procedura.
L’atto di revoca è stato poi bocciato dal Tribunale amministrativo, che ha accolto il ricorso presentato, tra gli altri, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Bussi. L’illegittimità della revoca è stata successivamente confermata, a giugno scorso, anche dal Consiglio di Stato.