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Inchiesta tartufi aromatizzati: denunciati 9 imprenditori

Accusa di frode in commercio, quantità fungo risibili o nulle

Inchiesta tartufi aromatizzati: denunciati 9 imprenditori

Nove imprenditori denunciati e tre aziende diffidate alla modifica di etichettature di prodotti aromatizzati al tartufo ritenute ingannevoli sono il bilancio di una indagine, condotta dai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale del Gruppo Carabinieri Forestale di Chieti, durata due mesi che ha coinvolto oltre 25 operatori del settore.

I militari – secondo quanto riportato dall’Ansa Abruzzo – hanno trovato in vendita presso la grande distribuzione ed on-line numerosi “condimenti aromatizzati al tartufo”, nel cui processo produttivo il tartufo era utilizzato in parti inferiori al decimillesimo o addirittura non presente.

Alcuni prodotti riportavano tra gli ingredienti un non meglio definito “infuso di tartufo”, ottenuto mediante l’immersione di risibili quantitativi di tartufo in oli extravergine di oliva o di semi, cui viene appositamente aggiunto l’aroma di sintesi per ottenere il gusto del fungo ipogeo. Al contrario, in etichetta o nei siti internet delle aziende, veniva dichiarata la presenza di tartufo, che veniva fatta risaltare con immagini, fino a specificarne la provenienza geografica.

Agli indagati è stata contestata la frode nell’esercizio del commercio, per cui è prevista la reclusione fino a due anni, per aver consegnato agli acquirenti un prodotto per origine, provenienza o qualità del bene diverso da quelle dichiarate.

L’aroma infatti deriva prevalentemente dall’utilizzo di bismetiltiometano, una sostanza naturalmente presente nei tartufi, che viene sintetizzata in laboratorio. “L’utilizzo degli aromi sintetici è normato al livello comunitario e non ci sono rischi per la salute – si legge in una nota. È fondamentale che il consumatore sia messo nella condizione di operare una scelta consapevole. I regolamenti dell’Ue prevedono espressamente che l’utilizzo degli aromi non debba trarre in inganno. Non è accettabile che il consumatore medio possa pensare di acquistare olio con infuso al tartufo se per la produzione di una confezione da 250 ml è utilizzato meno di un milligrammo del prezioso fungo ipogeo. Non deve ingannare poi la presenza di tartufo liofilizzato all’interno delle boccette, in quanto il sentore deriva esclusivamente dall’aroma, quasi sempre di sintesi”.

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