Aree Sacre e Templi Italici in Abruzzo è l’argomento che verrà trattato sabato 5 agosto, ore 17.30, nella suggestiva cornice architettonica di Villa Cidonio a Rocca di Mezzo, sede del Parco Naturale Regionale Sirente Velino di cui si ringrazia il Presidente Francesco D’Amore per aver favorito e
patrocinato l’iniziativa.
L’incontro culturale, ad ingresso libero, aprirà la nona edizione estiva di Abruzzo in Itinere, evento ricco di iniziative culturali patrocinato dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dal Parco Nazionale della Majella e dal Parco Naturale Regionale Sirente Velino. Un viaggio nel tempo alla scoperta dei luoghi di culto in territorio sabellico, dal periodo italico alla tarda età ellenistica: a parlarcene sarà l’archeologa Lucia Tognocchi. Testimonianze finora rinvenute in Abruzzo ci documentano aree sacre all’aperto ubicate in siti strategici: sulle alture dei monti, vicino ad acque sorgive, lungo tracciati viari o lungo confini tra le varie etnie, sottolineando come il santuario del periodo italico, VI-V sec. a.C., fosse non solo luogo di culto, ma anche punto di controllo del territorio nonché di incontro e di scambio tra genti non
ancora urbanizzate.
Dopo le Guerre Sannitiche e la conquista del territorio, Roma importerà in area sabellica il modello del tempio etrusco-italico i cui canoni saranno più tardi codificati da Vitruvio nel De Architectura. Aree sacre all’aperto saranno monumentalizzate con semplici edifici di culto fino ad arrivare in piena età ellenistica, II sec. a.C., all’affermazione del “tempio italico”. In tale excursus un caso precoce è sicuramente rappresentato dal tempio più antico di Castel di Ieri nella Conca Subequana che, sebbene costruito ancora con materiale deperibile, mostra già alla fine del IV sec. a.C. di aver assimilato le caratteristiche del tempio etrusco-italico.
In età tardo ellenistica un altro modello edilizio si aggiunge in ambito regionale alla casistica dei templi italici: il santuario di Ercole Curino, articolato su due terrazzamenti artificiali lungo le pendici del monte Morrone vicino a Sulmona. Il monumento, realizzato in fasi e tempi diversi, rimanda ai coevi santuari di area laziale come quelli della Fortuna Primigenia a Praeneste, di Ercole Vincitore a Tivoli e di Giove Anxur a Terracina: complessi edilizi strutturalmente aperti a sperimentalismi innovativi dagli effetti scenografici che investiranno l’architettura romana del periodo tardo repubblicano. L’incontro culturale sarà seguito, domenica 13 agosto, da una visita guidata al tempio italico di Castel di Ieri.