“L’open day è stato un grande successo, non solo per il sold out delle prenotazioni, ma perché gli oltre 50 pazienti venuti da noi, avevano patologie vertebrali anche molto serie, stenosi lombari nelle persone più anziane, ernie al disco nei più giovani, e si sono presentati tutti con la documentazione clinica pregressa, facilitandoci nel formulare diagnosi approfondite, e prescrizioni di terapie ottimali ed aggiornate”.
A tracciare un bilancio estremamente positivo dell’open day “Mal di schiena”, che ha offerto nella giornata di sabato visite gratuite nella clinica Ini di Canistro, in provincia dell’Aquila, è il dottor Gilberto Grossi, responsabile dell’ambulatorio di neurochirurgia della struttura che rappresenta una eccellenza in Italia per la traumatologia e chirurgia ortopedica.
Il dottor Grossi ha visitato i pazienti assieme al giovane neurochirurgo Edoardo Maccari, che opera anche nelle cliniche del gruppo Ini di Grottaferrata e di Veroli, e annuncia: “visto il riscontro, e i tanti che non hanno potuto prenotare una visita, visto che i posti disponibili, necessariamente limitati, sono andati presto esauriti, nostra intenzione è quella di organizzare un altro open day in primavera, associato questa volta ad un corso di aggiornamento e di condivisione dei saperi, riservato a neurochirurghi, medici di base, fisioterapisti e a chi si occupa di terapia del dolore”.
Entrando nel merito delle patologie riscontrate, prosegue il dottor Grossi, “non ci ha certo sorpreso che la stenosi lombare, ovvero il restringimento del canale vertebrale dentro il quale si trovano il midollo e le radici spinali, sia molto più frequente negli anziani, in quanto molti di essi hanno fatto nel corso della vita lavori manuali e spesso pesanti, e come tutte le strutture meccaniche di questo ne risente a lungo andare anche la colonna vertebrale”.
Per quello che riguarda i giovani, invece, “ad incidere maggiormente è l’ernia al disco, e qui la visita è stata anche un prezioso momento di informazione e prevenzione: in molti casi i giovani, all’insorgenza di fastidi e dolori alla colonna vertebrale, cercano di sopperire andando in palestra, facendo attività fisica, spesso però in modo indiscriminato e non consapevoli delle conseguenze che questo o quel tipo di esercizio può comportare, con il rischio di aggravare la patologia”.
Solo in pochi casi è stata indicata la necessità di una operazione chirurgica perché, tiene a ribadire il dottor Grossi, “l’approccio della Ini, è quello di spostare il baricentro dalla chirurgia pesante alla chirurgia leggera, ovvero meno invasiva. In altri termini stiamo lavorando alla ‘distruzione del bisturi’, a favore di terapie mirate e della prevenzione della patologia della colonna vertebrale, che può essere evolutiva e anche degenerativa, e comporta, come la pressione alta e il diabete, una cura mirata e costante nel tempo”.
Comunicato stampa