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INI: interventi chirurgici alla spalla con protesi “inverse”

Dottor Grasso: “Il dolore scompare o si riduce notevolmente, si recupera la funzionalità”

Operazioni di protesi alla spalla con la tecnica all’avanguardia dell’”inversione” scapola-omero, che consente il recupero della funzionalità dell’arto, con un ritmo che non si è interrotto, nemmeno nell’anno segnato dal covid-19.

Accade alla casa di cura privata INI di Canistro (L’Aquila): ad attuare l’innovativo metodo è un medico considerato un luminare della spalla, il dottor Andrea Grasso, 53 anni, specializzato in Ortopedia e Traumatologia che guida una equipe chirurgica nella clinica abruzzese ed è responsabile dell’ambulatorio di Ortopedia dell’INI Città Bianca a Veroli, struttura laziale del Gruppo INI. Grasso è anche professore a contratto presso l’Università Tor Vergata di Roma ed autore di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.

“Prima degli anni 2000 – spiega il dottor Grasso – la protesi di spalla era solo un elemento di salvataggio, che garantiva al paziente di ridurre od eliminare il dolore, senza tenere in conto il recupero della funzionalità dell’arto. Poi una geniale intuizione di colleghi francesi ha portato all’introduzione di una nuova tipologia di protesi, semplicemente invertendo la geometria. Noi abbiamo infatti l’omero che è tondo e la scapola che è piatta: l’idea è stata di invertire, mettendo cioè la parte tonda sulla scapola e la parte piatta sull’omero, con il grande vantaggio che la funzionalità può essere recuperata grazie anche ad un muscolo superficiale come il deltoide. Una soluzione estremamente efficace, anche nei casi in cui si è verificata la rottura dei tendini del braccio”.

Nella INI di Canistro, clinica privata che fa parte dell’omonimo gruppo nazionale, fondata nel 1988 dal professor Delfo Galileo Faroni, la chirurgia ortopedica è convenzionata con il sistema sanitario nazionale e con le maggiori compagnie assicurative, con 26 posti letto a disposizione.

La protesi inversa è una delle peculiarità a Canistro, al fianco della protesi anatomica, ovvero tradizionale, che rispetta la normale anatomia dell’arto.
“In ogni caso non si può promettere al paziente un braccio nuovo di zecca, come se nulla fosse accaduto – spiega ancora il dottor Grasso -. Occorre essere onesti e dire la verità, noi garantiamo il recupero della funzionalità nei limiti del possibile e con eccellenti risultati. In chirurgia io però dico sempre: diffidate di chi vi promette il 100%”.

L’attività non si è interrotta nemmeno durante l’anno segnato dal covid, grazie a rigorosi protocolli di sicurezza volti ad evitare contagi e focolai, che hanno consentito, nonostante la pandemia di mantenere pressoché inalterato il numero di interventi, molto importante, di spalla, anca e ginocchio.

“La flessione ipotizzata – rivela Grasso -, data dal fatto che i pazienti avrebbero potuto aver paura di sottoporsi ad interventi e visite in tempi di pandemia, non si è verificata, grazie anche alla meticolosa attenzione dell’INI nell’applicazione dei protocolli anti-contagio, che ha dato fiducia e serenità ai cittadini. Faccio un solo esempio: già dal maggio 2020 tutti noi operatori sanitari ci siamo sottoposti settimanalmente a tampone molecolare. Questo non avveniva da nessuna parte. È stata poi approvata una norma regionale che introduceva l’obbligo di un tampone ogni due settimane, ma noi abbiamo continuato a farne uno a settimana”.

Da qualche mese nella clinica INI Città Bianca di Veroli nel Lazio il dottor Grasso è responsabile dell’ambulatorio ortopedico per spalla, ginocchio e anca, convenzionato con il servizio sanitario nazionale.

“Ho da sempre lavorato in regime privatistico, ma questa scelta è maturata da una consapevolezza: tante persone in questo momento hanno anche problemi di natura economica e allora ho deciso di mettere a disposizione le mie competenze, nel primo anello di un circuito che permette, senza dover pagare nulla se si è esenti da ticket, grazie al regime di convenzione, di risolvere problemi anche gravi. Dopo la visita specialistica a Veroli, i pazienti posso essere da me operati a Canistro, e poi tornare a Veroli a fare riabilitazione”, conclude il medico.

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