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Internalizzazione precari: patto per impegnare Regione

Si pensa anche a coinvolgimento diretto delle aziende sanitarie

Due ore di confronto e alla fine un “patto”: l’impegno di tutte le forze in campo dei settori medico, politico sindacale, per eliminare definitivamente il precariato dalla sanità abruzzese, attraverso l’individuazione e la scelta dell’iter adatto sia in sede di Regione Abruzzo, con un eventuale utilizzo di una società in-house, che delle stesse aziende sanitarie abruzzesi, in modo tale da internalizzare tutti i servizi in appalto.

Questo, in sintesi, l’esito dell’assemblea pubblica di questa mattina all’Aquila, nella sala “Dal Brollo” dell’ospedale regionale “San Salvatore”, voluta e organizzata da Marcello Vivarelli, segretario provinciale Fesica L’Aquila di Categoria e segretario provinciale Fesica Teramo, che ha visto gli interventi di Loreto Lombardi, segretario aquilano aziendale del sindacato dei medici dirigenti Anaao, Stefania Pezzopane, deputata del Partito democratico, Antonio Zennaro, deputato della Lega, Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del Partito democratico, Americo Di Benedetto, consigliere regionale di Legnini Presidente e consigliere comunale aquilano del Passo Possibile, Giancarlo Della Pelle, consigliere comunale aquilano di Fratelli d’Italia.

Presenti anche Giuseppe Calvisi, dirigente medico e membro dell’Anaao, Elisabetta De Blasis e Stefano Morelli, rispettivamente consigliere comunale e coordinatore comunale di Forza Italia all’Aquila, Simone Tempesta, segretario provinciale Fials L’Aquila, l’avvocato Deborah Di Pasquale ed alcuni lavoratori e lavoratrici precari.

“Questa situazione si può risolvere solo con la volontà politica e con l’intervento della Regione Abruzzo. Ora serve impegno, basta con le parole, con le promesse non mantenute e con chi addirittura rema contro fino a quando non vede che di questa questione parliamo anche nelle stanze che contano – ha detto Vivarelli –. L’internalizzazione dei servizi deve essere portata sul tavolo regionale. È un fatto di dignità di lavoratrici e lavoratori e di grande risparmio per le casse pubbliche, con conseguente aumento e miglioramento dei servizi della sanità pubblica per gli utenti”.

“Purtroppo – ha aggiunto il sindacalista – si parla soltanto di concorsi pubblici. E i precari che hanno la clausola sociale che li tutela in caso di cambio di azienda, che fine fanno? Va capito che nel tempo sono stati indeboliti sempre di più, con meno diritti e salari più bassi, dunque dumping salariale, sono precari che prenderanno una pensione ridicola, che non hanno neanche il diritto al buono pasto. Una discriminazione continua per lavoratrici e lavoratori che vivono con paura un eventuale confronto con le cooperative, che sono spesso vessati e che da troppi anni sono praticamente finiti nel dimenticatoio, perché per ‘qualcuno’ conta soltanto la funzione pubblica, cioè gli strutturati che hanno tutte le garanzie. Basta. Basta davvero con lavoratrici e lavoratori di Serie A e di Serie B”.

“Qualcuno si chiede il ruolo dell’Anaao in assemblee come questa – le parole di Lombardi –. La risposta c’è: siamo di fronte a una questione sociale, civile ma soprattutto morale per tutti noi. Motivo per cui serve un impegno morale, da parte di tutti, per risolvere una volta per tutte questo problema. Che è anche un problema economico, se si pensa che la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila spende per i servizi esternalizzati circa 95 milioni di euro, a fronte di circa 180 milioni di euro l’anno per gli stipendi del personale”.
“È ovvio, quindi, che internalizzare i servizi porterebbe un risparmio di almeno 15, 20 milioni di euro l’anno. Soldi che possono essere reinvestiti in ulteriore personale, in tecnologia. Così facendo, miglioreremmo tutto, anche il servizio all’utenza. Crediamo, come Anaao, che quella della società in-house sia una strada che si può tranquillamente percorrere, anzi, è probabilmente la via ‘maestra’ per quella che è ormai la prima ‘fabbrica’ di questo territorio. Ma c’è bisogno dell’impegno di tutti, dalla politica ai sindacati. Considerando che l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, è una persona che queste problematiche le ascolta”, ha poi affermato.

Per Pierpaolo Pietrucci, “Serve incontrarsi, tutti, politici e sindacati, in una Commissione Sanità in Regione Abruzzo, che ho chiesto da tempo ma che però non è mai stata convocata. Da anni ho a cuore la situazione dei precari. Ed ho avuto io l’intuizione, durante un incontro con Vivarelli, di tentare la ‘via’ di Abruzzo Engineering, società in-house della Regione Abruzzo che esiste già. In Puglia l’iter di internalizzazione è già iniziato. Non possiamo, come abruzzesi, muoverci in ritardo su un tema fondamentale come quello del lavoro”.

“In ogni caso, occorre una legge regionale – ha detto quindi Pietrucci, che, tra l’altro, ha espresso disappunto per l’assenza di un rappresentante regionale della maggioranza di centrodestra –. E per farla, se c’è una volontà condivisa, serve pochissimo tempo. In Regione Abruzzo non solo io e Americo Di Benedetto ci stiamo impegnando, penso a Roberto Santangelo, vice-presidente del Consiglio regionale, e all’assessore Verì, che a me ha sempre dato piena disponibilità, ma alla fine, purtroppo, non si è fatto nulla di concreto. Ecco perché dobbiamo muoverci tutti”.

Apertura totale è arrivata anche da Antonio Zennaro. “Anni e anni di precariato hanno portato a questa situazione – un passaggio del suo intervento – a partire dal Pacchetto Treu. Un sistema poi incentivato e imposto anche alle Regioni. Si è preferito ‘fare’ precariato, che non ti permette neanche di prendere un prestito, per cui è un meccanismo che impoverisce sia il lavoratore che il territorio che ha grossi numeri di precariato. L’emergenza Covid-19, poi, ha mostrato, in ambito sanitario, tutti i limiti di certe scelte. Con un impoverimento anche dell’offerta sanitaria che ha portato ad una risposta non adeguata all’emergenza pandemica”.

“Per noi della Lega è un tema fondamentale, per cui serve una risposta chiara, veloce e definitiva per la vita di tanti lavoratori. Ho sentito anche l’assessore Verì, che mi ha garantito di essere al lavoro per trovare una soluzione. Nel frattempo, grazie ad una parte di soldi del Pnrr, in Abruzzo, dopo anni di austerità, è finalmente possibile costruire nuovi ospedali, ristrutturarne alcuni, investire in nuove tecnologie, ma tutto questo non ha senso senza i lavoratori”, ha dichiarato ancora Zennaro.

“Sono convinta che debba iniziare un percorso nuovo e in controtendenza rispetto agli anni precedenti – la ‘ricetta’ proposta dalla deputata dem Stefania Pezzopane –. Gli errori vanno sì criticati, ma serve la forza di cambiare registro. Si è capito che il processo di esternalizzazione dei servizi per far risparmiare soldi agli enti pubblici non ha portato a un recupero di soldi, ma addirittura a un esborso maggiore. Allora, ok all’internalizzazione, ma tutto dipende dalla Regione Abruzzo. Occorre una legge regionale e qui si deve muovere la Giunta. A quel punto, si può utilizzare sia Abruzzo Engineering, sia una nuova società in-house. Ecco perché dobbiamo chiedere un tavolo regionale all’assessore Verì”.

“Questa vicenda della internalizzazione va però vista in una partita più generale – ha inoltre voluto far notare Pezzopane – che poi è l’operazione che serve per rimettere a posto questa Asl. Che si trova in una situazione per cui mancano i primari, ma pure gli strumenti sanitari per interventi banali. Non si può più andare avanti in questo modo, l’ospedale dell’Aquila sta perdendo molto ed è qualcosa di inaccettabile”.

Una proposta diversa è stata fatta dal consigliere regionale e comunale aquilano Di Benedetto, per il quale
“Non basta la sensibilizzazione politica. La norma regionale servirebbe, qualora fosse necessario, togliere alla Asl alcuni servizi e portarli in capo alla Regione Abruzzo. Il Cup, ad esempio, potrebbe essere un servizio ‘regionalizzato’ attraverso la sua ‘centralizzazione’. E a quel punto servirebbe una norma della Regione Abruzzo, non essendoci più, tra l’altro, un rapporto con la Asl che, ricordiamolo, su certi servizi, dal comparto medico, a quello infermieristico, alla manutenzione, eccetera, ha un’esclusiva che non può finire nelle ‘mani’ dell’ente regionale”.

“Dunque, se ad esempio la Asl dell’Aquila volesse farlo, avrebbe tutte le carte in regola per costituire una sua società in-house – ha quindi specificato Di Benedetto –, vista l’autonomia decisionale che ha. Questo va fatto per ‘salvare’ tutti, interinali compresi che, come sappiamo, non hanno la clausola sociale a cui aggrapparsi”.

“Da parte del Comune dell’Aquila c’è tutta la disponibilità a fare pressione alla Regione Abruzzo per risolvere questa situazione – ha dichiarato Della Pelle, presente all’assemblea in rappresentanza del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che è pure presidente del Comitato ristretto dei sindaci, organismo rappresentativo delle autonomie locali con funzioni di indirizzo, controllo e partecipazione sull’attività socio-sanitaria –. Dobbiamo fare il possibile per tutelare lavoratrici e lavoratori, ma anche gli utenti ed i pazienti. Migliorare le condizioni dei lavoratori significa migliorare anche il servizio”.

“Credo sia importante la ‘trasversalità’ emersa in questo incontro – ha aggiunto Della Pelle –. Si può arrivare a qualcosa di più concreto. Noi ci siamo battuti e ci stiamo battendo per i precari del Comune, della Ricostruzione e del contact center Inps. Sono stati riconfermati, anche grazie al nostro impegno, i quattro archivisti dell’Archivio di Stato all’Aquila. Siamo pronti per lottare e a portare la questione in Consiglio comunale”.

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