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Internet: “Giovani riacquistino libertà fuori rete”

Così Giammaria De Paulis, docente dell'Università "D'Annunzio" di Chieti-Pescara, divulgatore scientifico, ha catturato l'attenzione degli oltre 200 giovani presenti all'Aquila al primo appuntamento del mini tour "Futuro hub, Connessioni digitali"

“Come tanti ragazzi sono un appassionato di tecnologia ed innovazione, tante volte non è la tecnica che fa il metodo ma siamo noi. Quando facciamo un’azione con lo smartphone dobbiamo ragionare sui pro e i contro. Su internet non c’è niente di gratis, paghiamo tutto con i nostri dati e le nostre informazioni riservate. A volte, anche per fuggire alla noia, basterebbe spegnere il telefono e fare una cosa semplice ma rivoluzionaria: chiamare un amico e andarsi a prendere un gelato insieme. Bisogna riacquistare libertà fuori dalla rete”.

Così Giammaria De Paulis, docente dell’Università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, divulgatore scientifico, ha catturato l’attenzione degli oltre 200 giovani presenti all’Aquila al primo appuntamento del mini tour “Futuro hub, Connessioni digitali“, promosso dal Corecom Abruzzo, il Comitato regionale per le Comunicazioni. Il prof è stato applaudito più volte dai ragazzi delle scuole medie dell’Aquilano, incuriositi dagli aspetti tecnici e personali in un momento di riflessione e confronto.

Una delle problematiche maggiormente avvertite dai ragazzi è stata quella del cyberbullismo. A tal proposito, il professor De Paulis, ha ribadito: “Il bullo è solo un pallone gonfiato che però va aiutato, si va davanti al bullo e si dice: ‘non mi fai niente, anzi mi rendi famoso’. E quindi ha raccontato anche la sua esperienza personale, da vittima di bullismo. Da giovane studente il mio nome, Giammaria, non rientrava nella classificazione di ‘maschio’, mi prendevano tutti in giro perché dicevano che avevo il nome da femmina. Ci rimanevo male, perché quando ci prendono in giro ci stiamo male inevitabilmente. È un continuo, uno scherzo infinito di persone anche sconosciute, io non conoscevo i bulli ma loro conoscevano me. Poi riflettendo mi sono detto, ‘mi conoscono tutti, sono famoso’. Cominciai quindi a rispondere loro e loro finalmente cominciarono a trattarmi da ‘maschietto’, diventando amici e sostenitori”.

I lavori hanno fatto emergere la necessità di una piattaforma “sociale”, per “riacquistare la libertà di pensiero”, per scoprire la bellezza di spegnere il telefono o i dispositivi collegati alla rete e “uscire a mangiarsi un gelato con un amico”: un incontro reale sui rischi e le insidie del mondo virtuale che ha evidenziato soluzioni molto semplici a disposizione dei giovani per non essere soggiogati dalle pericolose distorsioni di internet in una partecipata giornata di confronto.

“Oggi vivete nel diritto assoluto, ma in altri Paesi del mondo non è tutto così scontato – ha spiegato Falivene -. Siete ragazzi fortunati. Noi adulti, dopo anni di lotte, attraverso internet vi abbiamo tolto la libertà e vi abbiamo donato l’ansia. Queste piattaforme creano una dipendenza che non vi fa più riconoscere, bisogna cominciare ad indagare sulle proprie emozioni. La dipendenza dai social ci comanda, viviamo la dittatura dell’algoritmo. La responsabilità è anche di noi genitori che non controlliamo, che dobbiamo capire che esiste una vera libertà e il cellulare può e deve essere lasciato. Queste iniziative hanno lo scopo di aiutarvi e relazionarvi tra di voi”.

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