“L’audizione dell’Assessore Verì e del direttore del dipartimento D’Amario, tenutasi giovedì in Commissione Sanità, è stata finalmente l’occasione per esigere risposte in merito ai sistematici ritardi nelle visite per l’accertamento dell’invalidità civile presso la Asl di Pescara“.
È quanto si legge in una nota a firma del consigliere regionale del Pd, Antonio Blasioli.
“Dopo mesi di attesa – prosegue – è stata infatti discussa la risoluzione da me presentata lo scorso novembre, a seguito di una visita ispettiva presso la Medicina legale dell’ospedale di Pescara, in cui si chiedeva un impegno concreto circa il recupero dell’ingente arretrato, 9.000 pratiche inevase, attraverso l’aumento del numero di commissioni preposte e di sedute, il potenziamento dell’organico della Medicina Legale e l’adeguamento dei rispettivi locali, che attualmente risultano inaccessibili al pubblico”.
“La risoluzione tuttavia è stata respinta. Pur condividendo la nostra disamina, l’Assessore ha formulato parere contrario, probabilmente perché le nostre richieste vanno ben oltre le misure messe in campo da Asl e Regione. Dalle parole dell’Assessore è emerso come il piano per lo smaltimento delle domande inevase, che ammontano a 8.800 (circa 200 in meno rispetto alla nostra denuncia di novembre), sia stato, guarda caso, ufficializzato dalla Asl proprio mercoledì, insomma alla vigilia della Commissione. Una coincidenza temporale simile a quella in cui siamo incorsi mesi addietro, quando proprio nel giorno in cui ci recammo in visita ispettiva (il 18 novembre) venne pubblicato l’Avviso pubblico per la ricerca di componenti esterni per le commissioni medico legali di invalidità civile, la cui emissione era stata sollecitata dal direttore del dipartimento, dottor Polidoro, ben più di un anno prima”.
“Che la nostra battaglia e quella condotta del senatore Michele Fina, che ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda, sia stata quantomeno decisiva per sbrogliare la matassa e uscire da uno stallo che ha arrecato gravi disagi ai cittadini, è dunque confermato dalle tempistiche con cui Asl e Regione hanno adottato i rispettivi provvedimenti, con ogni evidenza correlati alle nostre denunce. La pianificazione annunciata giovedì dall’Assessore però si discosta in maniera significativa dalle nostre proposte: malgrado quanto dichiarato, il numero di pratiche esaminate per singola seduta non verrà aumentato, resterà di 15. Mentre il numero delle sedute settimanali per ciascuna commissione, dalle due attuali, sarà con ogni probabilità elevato a tre, tuttavia non è chiaro quando questo incremento diverrà effettivo”.
“È stata inoltre aggiunta una sola Commissione ‘stralcio’ alle otto già in essere, specifichiamo che le Commissioni ‘stralcio’ sono quelle che hanno facoltà di riconoscere i benefici esclusivamente dietro valutazione dei documenti, senza dunque la convocazione dell’utente. Anche le nostre segnalazioni in merito allo scarso coordinamento tra Asl e Inps, in particolar modo la falla per cui le domande vengono inserite sul portale senza rispettare l’ordine cronologico di presentazione, hanno trovato riscontro nelle parole dell’Assessore e del Direttore, che hanno riconosciuto le criticità senza però prospettare formule risolutive”.
“Noi riteniamo inadeguate le soluzioni proposte dall’Assessore. Sulla base di un semplice conteggio. 15 pratiche a seduta per 9 Commissioni che si riuniscono due volte a settimana stanno a significare che serviranno almeno due anni per smaltire il corposo arretrato, considerando che nel frattempo si sommeranno nuove richieste. Per questo motivo crediamo che, al fine di dare una risposta concreta alle 9.000 famiglie che attendono in un limbo il riconoscimento di tutti quei benefici e agevolazioni previste dalla legge n° 104, occorra aumentare ulteriormente il numero di commissioni e di sedute, prevedendone almeno cinque a settimana“.
“In conclusione, siamo felici di aver smosso le acque e riscosso la Regione e la Direzione della Asl di Pescara, ma quanto prospettato, a nostro avviso, non è sufficiente per migliorare un servizio scadente, destinato a cittadini già provati da condizioni di fragilità e che spesso per vedersi riconosciuti i diritti sono costretti ad adire le vie legali e a presentare ricorsi. Insomma, il recupero delle circa 9.000 pratiche pare un miraggio, ma speriamo vivamente di sbagliarci. Senza dubbio continueremo a vigilare la situazione, monitorando l’efficacia delle misure adottate”, conclude Blasioli.