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Irriguo Fucino: “A Pescina è vietato parlarne”

La denuncia arriva dal consigliere comunale Scamolla

COMUNICATO STAMPA

 

L’Amministrazione comunale di Pescina, oltre a stare in rigoroso silenzio sulla problematica dell’irriguo del Fucino ci vieta anche di parlarne. Dove sta la tanto sbandierata difesa del nostro fiume Giovenco?

 

La querelle che ruota intorno al progetto dell’impianto irriguo del Fucino, opera da 50 milioni di euro attinti dal Masterplan Abruzzo per contrastare la siccità nella piana, va avanti ormai da oltre cinque anni. L’opera fu presentata ai sindaci dei comuni marsicani dell’area fucense nell’estate del 2017 dall’allora presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso.

 

Così in una nota Alfonsino Scamolla, capogruppo di minoranza del Comune di Pescina.

 

Con l’arrivo in Regione nel 2019 della nuova compagine politica trainata dalla Lega di Salvini e dal partito di Giorgia Meloni, diventa Presidente, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia. L’anno successivo, lo scoppio della pandemia, costringe il governo regionale a rivedere programmi e priorità, così i fondi destinati alle opere di irrigazione vengono girati su altre voci di bilancio con la promessa che verranno ripristinati in futuro.

 

Nel frattempo Marsilio decide di rifare da capo il progetto buttando al macero gli studi di fattibilità e il dossier targato D’Alfonso. Si riparte con nuovi studi che preludono ad un nuovo piano depositato in Regione Abruzzo alla vigilia di Natale 2023.

 

Pescina con il fiume del Giovenco e le sue sorgenti, è un comune centrale nel contesto complessivo del progetto che ridisegna nel bene e nel male il futuro della città che diede i natali a Silone, autore di quel capolavoro della letteratura che è Fontamara, la cui storia diventa una sorta di vaticinio di quello che sta accadendo in questi giorni.

Tre quarti e tre quarti – è la spartizione proposta del flusso del ruscello dall’avvocato don Circostanza che inganna i cafoni analfabeti facendo firmare loro un foglio in bianco che autorizza l’esproprio dell’acqua. Ma oggi, dopo cento anni, i cafoni si sono evoluti, hanno imparato a leggere e scrivere, hanno studiato e fanno le osservazioni al V.I.A.

 

Come consiglieri di minoranza del Comune di Pescina abbiamo prodotto delle osservazioni all’organo di valutazione per l’impatto ambientale, nostra pec del 15/02/2024, con le quali abbiamo espresso alcune perplessità molto circostanziate che evidenziano importanti lacune metodologiche nella progettazione, lacune che potrebbero pregiudicare l’intero ecosistema del fiume Giovenco e il deflusso “Minimo Vitale” dello stesso, non permettendo la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corso d’acqua, chimico-fisiche delle acque, nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali. Il tutto a danno degli agricoltori fucensi che utilizzano quelle acque che qualcuno vuole portare altrove e della qualità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole.

 

Per noi sotto accusa è anche il sistema di rilevamento delle fonti di approvvigionamento della risorsa idrica da parte dell’ARAP. A ciò aggiungiamo la preoccupazione per il potenziale danno a cui viene sottoposta l’area fluviale del Giovenco che oggi rappresenta un notevole attrattore sul piano turistico- ambientale in virtù del contesto naturalistico in cui è inserito.

 

Con queste motivazioni noi consiglieri di minoranza abbiamo richiesto al Presidente del Consiglio del Comune di Pescina e alla maggioranza che ci governa, prot. 1730 del 16-02-2024, la convocazione di un Consiglio straordinario per discutere l’argomento in maniera da rendere edotti i cittadini con una diretta streaming sul reale stato dell’arte del progetto.

La risposta del Presidente del Consiglio e della maggioranza, prot. 2170 del 27/02/2024, non si è fatta attendere. Sul piano formale ci ha fornito una risposta ineccepibile, con un linguaggio aulico che non lascia spazio alla negoziazione, ci esprime il suo diniego perché il tema non rientra nelle competenze del Consiglio Comunale.

Sarà mica perché alla storiella di – tre quarti e tre quarti – i Cafoni di oggi non ci cascano più? O perché in campagna elettorale non si può arrecare danno agli “impresari” venuti da fuori?

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