Nella sua semplicità quasi disarmante e sgrammaticata, questa frase, detta con gli occhi e con la mimica delle parole sulle labbra, è stata molto difficile da dimenticare: «Io amo i cani per salvare la gente».
Questa mattina presto, alle ore 8 del mattino in punto, dopo un’intensa giornata di lavoro promosso per la salute degli altri, giornata impiegata nel cercare i dispersi con il suo fido cane Zoe, Ivan Luisi, volontario di 42 anni, ha spedito questa foto che ora campeggia in copertina, tramite Whatsapp. Il terrore in una cartolina, potremmo quasi dire. Il Terremoto che ha scosso e che continua a scuotere ancora la Provincia di Rieti – l’ultima scossa di terremoto, di fatti, in ordine di tempo, risale alle ore 18 e 14 di oggi – lo ha visto all’opera in prima linea, proprio lui che fa parte dell’Unità Cinofila. Tornato a casa, oggi, per assettare ed accumulare un po’ di ore di sonno assieme, Ivan, nativo di Paganica, nella vita non si è mai dato per vinto. Ogni battaglia, infatti, l’ha sempre vissuta, nel mentre del cammino della sua esistenza, come un’allegra rissa con sé stesso, nella quale, alla fine, vinceva sempre lo spirito di resilienza ed il sapore del sorriso forte ed onesto.
La sua ‘specialità’ è stata, cioè, controbilanciata da un cuore maxi. Sordomuto dalla nascita, Ivan, infatti, ha fatto una scelta radicale molti anni fa, entrando dapprima nella squadra della Croce Rossa Italiana e, dappoi, nell’Unità Cinofila. Il suo cane, Zoe, è un labrador e, in questi ultimi giorni tremendi di ricerche dei dispersi e di notti vissute da svegli, con gli occhi vigili, ma appannati dal sonno, si è fatto in quattro. Con le dita posizionate sulla tastiera del telefono cellulare, utilizzando Whatsapp, Ivan ci ha raccontato di case sbriciolare, di aver visto quattro vittime passargli accanto nella lentezza della speranza della vita, ma anche di esser riuscito a portare tanto aiuto, forza e coraggio, proprio grazie alla sua fida compagna canina e alla sua storia personale, nelle mete lugubri del sisma.
Ivan Luisi, quindi, è un testimone vivido e diretto delle scosse e delle ferite della terra. Era in centro storico, ad Amatrice, quando un’altra scossa ha squarciato l’atmosfera. L’ultima violenta, in linea cronologica, è quella di stamani, scoppiata alle ore 6 e 23 del mattino, che ha catapultato di nuovo il sonno in una dimensione senza sogni. Ivan, dal canto suo, è sui luoghi della tragedia sin dall’inizio delle operazioni di soccorso e di intervento, assieme alla sua cagnolina. L’uno con l’altra, danno atto alle ricerche dei sopravvissuti, senza sosta alcuna: questo, perché le vite umane non si dimenticano mai, figuriamoci prima del tempo.
Si è arruolato nella squadra dei volontari dell’Unità cinofila della Protezione Civile, due anni fa, quando, ad accompagnarlo per le sue operazioni salvavita c’era anche un altro cane, sempre un labrador, di nome Freddie, che c’è tutt’ora. Ivan è stato dispiegato prima su Pescara del Tronto, luogo dove ha scattato questa foto ed il secondo giorno su Amatrice. Lui, anche se non parla la lingua più comune degli uomini, sa farsi capire molto bene, soprattutto dagli animali, i suoi due cani.
L’immagine più devastante che porterà sempre nel suo cuore è l’estrazione di un’anziana donna da sotto la coltre di macerie asfissianti e claustrofobiche, da parte dei Vigili del Fuoco. Ivan, che ha militato molti anni anche nella Nazionale Italiana Rugby Sordi e che ha visto fiorire il suo talento nel Paganica Rugby, in serie B, oggi può ben dire di essere un uomo-coraggio. Uomo-Coraggio come tutti d’altronde, laddove la terra è divenuta maledetta e laddove l’uomo è divenuto nemico di sé stesso, a causa della superficialità nel trattare, molto spesso, il lume della sicurezza. Ivan, come molti altri volontari sul luogo, sta cercando di portanre aiuto e soccorso alle popolazioni ferite dal sisma, tentando di dimenticare la fatica a beneficio della salvezza generale.