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Juan Antonio esce dal coma: sta battendo il Covid

Il giovane spagnolo, ad Avezzano per la formazione prevista dal programma Erasmus+, si è ammalato di Covid il 10 aprile scorso. Adesso è ancora positivo al virus, ma sta combattendo con tutte le sue forze. Ieri stesso, è stato trasferito nella struttura ospedaliera di Tagliacozzo per la riabilitazione motoria e respiratoria. Cristina Nucci: "Non dava segni di vita, adesso sta in piedi e parla dalla finestra dell'Ospedale".

I pollici all’insù, quasi ad indicare un segno di trionfo. E proprio di trionfo, in questo caso, si dovrebbe parlare. I pollici appartengono al 21enne Juan Antonio Díez González, in Italia, precisamente ad Avezzano dal 19 marzo scorso, per un tirocinio formativo e lavorativo tramite l’Ente di promozione culturale ed occupazionale Amfi International, Organizzazione Non-Profit di Celano, nella cornice di crescita e cooperazione tra Stati prevista dal progetto europeo Erasmus+.

Il giovane spagnolo, originario della piccola cittadina di Almendralejo, ha letteralmente vissuto un’Odissea in piena regola, connessa al virus. Contagiato il 10 aprile scorso, in un focolaio, e risultato positivo al tampone rapido, è stato ricoverato da subito in Ospedale, ad Avezzano, perché colpito da polmonite.

Il suo quadro clinico allora apparve non grave, i medici lo stavano curando. Tutto, però, precipita velocemente verso il giorno 20 aprile, quando si rende urgente e necessario il suo trasferimento al San Salvatore del capoluogo, dove viene ricoverato nel reparto Covid e attaccato al macchinario per la respirazione. In pochi giorni, la sua situazione di salute si aggrava ancora di più: viene spostato dal Reparto di Pneumatologia a quello di Rianimazione, del nosocomio aquilano.

Ha solo 21 anni (anzi 22 compiuti da pochissimi giorni) ma Juan Antonio vive il lato cattivo e crudele del Covid-19: viene trasferito addirittura al Policlinico Umberto I di Roma, dove cade in stato di coma. Il giovane del Comune di Badajoz – situato nella comunità autonoma dell’Estremadura, nella Spagna occidentale – a Roma viene sottoposto ad un trattamento Ecmo (Ossigenazione extracorporea a membrana). Qui starà per quasi un mese.

“Una situazione difficilissima, direi un calvario – commenta così Cristina Nucci, per Amfi International – In un mese non mi ha dato mai segni di vita. Abbiamo vissuto giorni e settimane di apprensione. Il console spagnolo in Italia, che ha curato i contatti con i suoi familiari, è stato eccezionale. Noi ci siamo attivati sin da subito e abbiamo collaborato in ogni modo. Io sono riuscita a parlare con lui, direttamente, giusto ieri stesso, dalla finestra della struttura ospedaliera di Tagliacozzo, dove è stato finalmente trasferito per la riabilitazione ieri mattina; Juan Antonio si è svegliato dal coma il 12 maggio scorso ed ha compiuto 22 anni, pensate il destino, il 17 dello stesso mese”.

Il ragazzo per 20 giorni è stato ricoverato in Rianimazione, intubato e sedato, come vuole il protocollo per casi Covid di questa tipologia. Nella voce di Cristina si percepisce tutta l’emozione di riaverlo “a casa”, finalmente, vigile, sveglio e, appunto, con quei famosi pollici verso l’alto, ad indicare una vittoria, mostrati al di là di un vetro d’Ospedale.

“L’abbiamo aspettato a casa, perché di casa si tratta, assieme ai suoi compagni di viaggio. I medici sono ottimisti, anche se adesso è ancora positivo – spiega Cristiana – tra una settimana, secondo il quadro previsto clinico, dovrebbe negativizzarsi e guarire dal Covid-19. Ho avuto contatti tutti i giorni con i medici che lo hanno curato. Si può dire che il team dell’Umberto I a Roma lo abbia proprio salvato”.

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