Si è tenuto il 9 febbraio scorso, l’incontro nella Prefettura dell’Aquila a seguito della proclamazione dello stato di agitazione del personale dipendente dei Nuclei di Cure Primarie.
“Stigmatizziamo, innanzitutto, – scrivono in una nota stampa il Segretario Generale della Cgil dell’Aquila Marrelli e il Segretario Provinciale della Filcams Cgil dell’Aquila Andrea Frasca – l’atteggiamento della ASL n°1, assente all’incontro perché, a detta della stessa ASL, non legittimata a presenziare alla riunione, scaricando di fatto le responsabilità in capo ai Nuclei di Cure Primarie”.
“Al tavolo abbiamo ribadito – sottolineano i due segretari – che l’unica responsabilità in essere è imputabile alla ASL, in quanto la mancata sostituzione dei medici che sono andati in pensione sta generando forte apprensione tra le lavoratrici e i lavoratori che prestano la loro attività presso gli stessi Nuclei. Il mancato reintegro dei medici sta generando un doppio grave danno: la riduzione dell’accesso alle cure per migliaia di cittadine e cittadini, compromettendo in tal modo la tenuta dei servizi sanitari dedicati alle nostre comunità e contestualmente pone un serio pregiudizio al mantenimento dei livelli salariali ed occupazionali del personale sanitario ed amministrativo che da anni garantisce l’attività dei Nuclei di Cure Primarie”.
“In una fase storica in cui la necessità è l’implementazione della medicina territoriale, la ASL dell’Aquila riduce le prestazioni e il servizio svolto in associazione dai medici. I Nuclei di cure primarie garantiscono l’attività per 12 ore giornaliere con una vera continuità assistenziale finalizzata a soddisfare le richieste sanitarie che provengono dalle cittadine e cittadini della nostra provincia.Non solo non si sostituiscono i medici con tutte le conseguenze che questo comporta in termini di occupazione e garanzia assistenziale, ma non si ha la capacità di una seria programmazione sanitaria che garantisca il diritto alle cure e l’integrazione tra attività ospedaliere e territoriali”, aggiungono.
“La procedura di raffreddamento si è chiusa con esisto negativo e pertanto la nostra organizzazione sindacale continuerà, congiuntamente ai sindacati dei medici di medicina generale, la lotta a garanzia del diritto al lavoro e alla salute che sono, entrambi, diritti di rango costituzionale su cui si fonda il patto sociale tra le cittadine, i cittadini e lo Stato”, questa la conclusione.