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La costa dei Trabocchi su National Geographic

Un excursus sul litorale abruzzese, dalle origini alle ultime trasformazioni

L’Abruzzo è protagonista della nota rivista National Geographic dedicata ai viaggi e al turismo grazie alla costa dei Trabocchi, usati da secoli per la pesca, oggi riscoperti e trasformati come monumenti alla cultura marinara abruzzese.

All’interno del numero vengono definiti “grossi e inquietanti ragni posati sulle acque del Mar Adriatico, collegati alla terraferma da una traballante passerella e sorretti quasi miracolosamente da una ragnatela di cavi e assi”. Una metafora introduttiva alla descrizione minuziosa dei trabocchi, a partire dalle loro origini, incerte e avvolte da diverse leggende come quella che narra di un gruppo di falegnami e funai, probabilmente ebrei cacciati dalla Spagna, che intorno alla fine del Seicento raggiunse la costa dell’Abruzzo e non sapendo andare per mare inventò queste strane macchine che permettevano loro di pescare senza dover usare barche.

Queste strutture erano inizialmente utilizzate per la pesca e oggi, dopo decenni, sono state riscoperte da Slow Food di Lanciano, che li ha trasformati in veri e propri monumenti alla cultura marinara abruzzese trasformandoli in rustici locali in cui poter assaporare il pesce appena pescato. Il casottino di legno dunque che originariamente fungeva da riparo per i pescatori, è stato trasformato in minuscola cucina, mentre i pochi tavoli vengono apparecchiati sulla stretta piattaforma esterna.

Questo viaggio tra i trabocchi abruzzesi è iniziato da Punta Turchino, in località Portelle, dove “all’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protende un trabocco”, come scrisse il Vate, Gabriele D’Annunzio, per poi proseguire in direzione Fossacesia, verso il trabocco Punta Punciosa, Punta Torre e il vivace trabocco Pesce Palombo che organizza diversi eventi musicali e serate a tema, come la misteriosa cena con delitto.

Il viaggio termina a Vasto, con l’ultimo trabocco nella Riserva naturale di Punta Aderci, tra le spiagge selvagge, i punti panoramici e i sentieri che attraversano l’area protetta.

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