La sterpaglia che prende fuoco per casualità, questo pomeriggio intero, ha creato non pochi disagi e pericolosità, ai terreni di privato dominio della Marsica orientale. «Oggi è stato un inferno vero e proprio». Con queste parole lapidarie, il presidente del Nucleo dei Volontari della Protezione Civile di Tagliacozzo, Christian Rossi, ha argomentato lo spegnimento dei quattro casi di incendio riscontrati in data odierna. Quattro roghi, di fatti, scoppiati a pochi momenti di distanza l’uno dall’altro, per alcune sterpaglie andate in fiamme, nella fetta della Marsica orientale, hanno messo in ginocchio diverse zone, boschive e non. Per la riuscita dell’operazione anticendio, sono intervenuti cinque uomini della Protezione Civile, due unità del Nos del Corpo Forestale dello Stato (Nucleo Operativo Speciale) di Avezzano, due unità del Comando stazione Forestale di Lecce nei Marsi, due unità del Comando Stazione Forestale di Celano ed, infine, altre due squadre dei Vigili del Fuoco con, al seguito, due autobotti. I vari uomini di azione, scesi in campo simultaneamente, se la sono dovuta vedere anche con situazioni di una certa gravità di fattore. Il primo incendio scoppiato, è stato quello in località Cerchio, nella tarda mattinata di oggi, che ha ‘graffiato’ la zona fucense, dove trovano collocazione anche i pannelli solari. Hanno raggiunto il luogo del rogo, azionandosi per tempo e contro il tempo, il Comando Stazione di Celano della Forestale e gli uomini della Protezione Civile di Tagliacozzo, assieme al Nos di Avezzano. Dalle ore 11 del mattino di oggi, gli uomini ‘anticendio’ hanno domato ininterrottamente le fiamme, rientrando alla base questa sera, alle ore 19 e 30.
Un lavoro intenso, che è durato per ore. Il secondo rogo, invece, ha preso di mira la località di Aielli Stazione, dove è andata in fiamme una rimessa agricola con un’autovettura parcheggiata all’interno: un’auto di piccola cilindrata e datata nel tempo. Un grave danno, questo, verificato anche dagli uomini in azione.
In prossimità di questo secondo luogo rosso d’incendio, v’erano anche delle zone abitate, quindi, il rischio del pericolo delle fiamme è stato alto. In questo caso: Vigili del Fuoco, il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato di Celano, Protezione Civile e Nos di Avezzano hanno collaborato sinergicamente tra di loro per poter riportare a casa un risultato positivo di squadra. Secondo il bilancio effettuato, alla fine dell’opera contro il fuoco, dalle forze intervenute sui vari roghi della Marsica, l’incendio più difficile da domare è stato quello localizzato ad Ortucchio (località Rieti/Lecce): un incendio, quest’ultimo, definito pericoloso poiché vicino a delle strutture abitative. La denominazione corretta, per questo tipo di rogo, è quella di incendio di interfaccia, ossia di una particolare tipologia di rogo che riguarda due parametri distinti di pericolosità: il bosco e le abitazioni. L’incendio di interfaccia, infatti, minaccia aree di doppia entità, ossia urbano-rurali: in questo caso, l’interconnessione tra strutture antropiche ed aree naturali è massima e molto stretta. Lo spazio bruciato dalle fiamme è stato, in totale, di ben 8 mila metri quadri: quindi, un puzzle vasto vero e proprio di pericolosità alta. L’incendio ha obbligato , inoltre, le squadre intervenute ad un rifornimento continuo di acqua, di almeno cinque passaggi successivi e consecutivi. Nel terzo incendio ortucchiese, sono intervenuti i volontari tagliacozzani della Protezione Civile, la Forestale (Comando Stazione di Lecce nei Marsi) ed il Nos di Avezzano.
L’ultimo incendio scoppiato nella Marsica Est, è stato quello del territorio di Celano, nella delicata zona delle Paludi, in cui le fiamme hanno letteralmente avvolto un campo di piante erbacee, ossia le cannucce di palude, alte quasi tre metri ciascuna. Gli uomini della Protezione Civile e i Vigili del Fuoco di Avezzano hanno lavorato assieme anche su quest’ultimo versate infuocato. In questo caso, i danni riscontrati non sono stati, però, gravi: in tutto, sono stati erosi dalle fiamme, circa 1000 metri di campo. Giornata di interventi improvvisi, ma mai improvvisati: la Marsica, sotto questo punto di vista, sembra essersi dotata di uno scudo umano che corre e non cammina, contro gli incendi di vario tipo.