Quando lo sport si fa veicolo di cultura e conoscenza, il fascino dell’esperienza vale, da solo, il sacrificio e la fatica. Trasacco ci ha visto lungo: un esodo felice che ha coinvolto 26 persone, una pagina colorata dell’ormai storico gruppo podistico marsicano che, non a caso, è per definizione ‘oltre’ l’orizzonte ordinario.
La Plus Ultra a Valencia per quella che, a detta di molti, è la maratona più bella d’Europa. Nove atleti chiamati a consumare le suole tra le strade valenciane e diciassette anime amiche a sostenere l’impresa sportiva ‘fuori porta’. E cosa importa se l’evento di per sé possa essere stato la scusa per una trasferta dalle fattezze vacanziere? Il sole della Spagna ha immediatamente rapito l’attenzione della bella compagnia trasaccana. Una passeggiata lungo il centro storico cittadino, tra le botteghe artigianali e le ceramiche di Calle Poeta Querol, un salto al mercato nel Cabanal e uno sguardo al panorama costiero della Malvarrosa fino al ‘barrio’ dei pescatori locali. Infine, tra l’emozione della scoperta e l’ansia dell’evento, ecco avvicinarsi la 36esima edizione della Maratona Valencia Trinidad Alfonso EDP, organizzata dalla Società Sportiva Correcaminos e dal Comune di Valencia.
«A marzo scorso – ha spiegato alla redazione di InfoMediaNews Cristian Di Salvatore, organizzatore, assieme alla sua famiglia, dell’evento – abbiamo deciso di partecipare a questa importante maratona. Ci era stata descritta come una delle più emozionanti e devo ammettere che non sbagliavano. Circa 21 mila partecipanti, di cui 9 da Trasacco. Abbiamo avuto un forfait dell’ultimo momento, per cui alla fine abbiamo gareggiato in 8. Due maratone divise, la 42 chilometri, alla quale abbiamo partecipato anche noi come Plus Ultra, e poi la 10 chilometri, che contava circa 10mila iscritti. È importante aver coadiuvato l’aspetto atletico e quello di aggregazione, siamo un gran bel gruppo di amici e avere modo di ritrovarci per un evento sportivo di questa portata è segno di grande affiatamento».
Cinque giorni nella capitale della ‘paella’ a scoprire usi e tradizioni dall’indiscussa seduzione, prestati per l’occasione alla grande camminata agonistica. Comunità straniere giunte da ogni dove, l’attrattiva della competizione ha concentrato a Valencia un vero e proprio pellegrinaggio sportivo. Un’emozione unica per la Trasacco podistica ormai nota, non sono mancati i momenti di commozione nel rivedere in strada gli atleti storici della Plus Ultra.
«Ci sono stati attimi toccanti, su tutti rivedere tagliare il traguardo tre dei nostri veterani. C’erano mia madre Carolina, Filomena e Benito, quest’ultimo già tornato a gareggiare lo scorso marzo, ma parliamo di tre atleti rimasti fermi per anni. Ognuno ha i propri obiettivi, c’è chi corre per superare i propri limiti e chi invece ama l’esperienza e aspetta la medaglia. Nel nostro gruppo c’erano entrambe le motivazioni, alcuni di noi hanno svolto allenamenti lunghissimi per almeno tre mesi prima della maratona. Personalmente, ciò che più mi ha colpito, è la grandissima quantità di gente lungo il percorso, fino al traguardo. Ogni 5 chilometri c’erano gli artisti di strada, l’itinerario di gara abbracciava le strade del centro di Valencia e, solo dal 30esimo al 37esimo chilometro, ci siamo allontanati in periferia. L’arrivo era previsto nella città della scienza che, forse, è la parte più bella della città, e prima di essa abbiamo attraversato un ponte di circa cento metri interamente sull’acqua. Un’esperienza bellissima, che proponiamo di ripetere altrove. Rifletteremo sulla prossima maratona – ha concluso Cristian Di Salvatore – siamo indecisi tra Amsterdam, Praga e Atene. Dopo Natale decideremo in base a cosa preferisce la maggioranza. Di certo saremo presenti a Roma il prossimo marzo».