L’atto del correre ha sempre rappresentato, in più occasioni e per i più svariati motivi, l’emblema del percorso necessario al raggiungimento di un obiettivo personale o collettivo e le persone che innalzano la disciplina sportiva del podismo a simbolo della propria passione, sono tante, in particolare nella Marsica.
Le gare a cui partecipare sono molte e fra le più temute e preparate c’è sicuramente la Tuscany Crossing Valdorcia. Si tratta di una gara di Trail che si svolge a Castiglione D’Orcia in Provincia di Siena una volta all’anno, solitamente nel mese di aprile.
E’, a tutti gli effetti, una ultra maratona di 103 chilometri totali, che comprende delle competizioni più piccole al suo interno, come la 53 chilometri, la 14 chilometri ed una staffetta che consiste nei 103 chilometri, divisi in 4 tappe, ognuna corsa da un corridore specifico del team partecipante. Gli atleti che partecipano alla 103 chilometri partono alle ore cinque del mattino da Castiglione d’Orcia e, passando tra gli incantevoli e caratteristici borghi della Valdorcia, tornano, poi, per il taglio del traguardo, a ritroso, al punto di partenza. Fra le centinaia di concorrenti che hanno intrapreso questa sfida di resistenza e di astuta velocità, quest’anno ha firmato il registro delle presenze anche l’Associazione sportiva dilettantistica Plus Ultra di Trasacco, in Provincia dell’Aquila.
A portare lo stendardo marsicano sono stati 5 atleti dell’Associazione sportiva marsicana: Edoardo Burderi, che ha partecipato per la 103 chilometri, impiegando circa 15 ore di tempo per l’esecuzione. A lui, sono seguiti, per la scommessa da 53 chilometri, Cesira Paponetti, campionessa di Trail che ha attraversato il chilometraggio imposto in 6 ore e 40 minuti, Francesco Gaetani con un conto pari a 6 ore e 47 minuti, Maria Loreta Bellobuono con 7 ore e 27 minuti ed, infine, Antonio Mariani che ha chiuso la staffetta con 8 ore e 49 minuti.
E proprio l’atleta Edoardo Burderi, habitué delle gare podistiche di corsa, afferma alla Redazione, soddisfatto: «Per me è stato l’inizio di una metamorfosi che mi sta portando verso la montagna, sono stufo di stare sulla strada; questo primo viaggio di 100 chilometri è stato bello e sufficientemente impegnativo. Sto già pensando al prossimo percorso da correre, anche se ancora non so dove e quando. Credo in me stesso, ma non voglio esagerare, anche se sono consapevole delle mie capacità. Il Tuscany è stato l’inizio di un sogno che, spero, mi porti lontano. L’avventura, partita venerdì pomeriggio, si è conclusa domenica sera con una splendida medaglia di terracotta al collo e con la consapevolezza di poter raggiungere traguardi importanti senza soffrire».
Prove, queste, che richiedono davvero impegno, preparazione atletica, disciplina ed, ovviamente, anche tanta passione. Una passione che c’è chi la coltiva fin da piccolo e chi, invece, senza nulla togliere agli anni di esperienza altrui, vi si approccia in una fascia generazionale più tarda, dimostrando, comunque, che, voglia di fare e determinazione sono le carte vincenti per portare a casa ottimi risultati in qualsiasi età della vita .
E’ questo il caso di una donna delle Plus Ultra, Maria Loreta Bellobuono. «Ho cominciato – afferma l’atleta – a correre per necessità, quando ho capito di aver bisogno di uno sfogo dalla routine lavorativa e personale. Allenamento dopo allenamento, ho capito che potevo pretendere di più dal mio corpo ed ho intuito che le distanze lunghe, quelle dai 40 chilometri in su, sono quelle giuste per me».
Ma un’atleta non si accontenta mai della ‘gara dell’anno’ e, finita una, si prepara già alla prossima sfida. «Il programma più importante che mi sono prefissata in questa primavera, – continua la Bellobuono- è la 100 chilometri del ‘Passatore’, da Firenze a Faenza. Mi sto preparando bene per questa competizione, perché ci tengo particolarmente. Seguiranno sicuramente varie gare nel circondario abruzzese in attesa di agire sempre meglio nell’ambito della corsa che aiuta a vivere meglio la vita».