La Santa Croce ha diffidato il Comune di Canistro a revocare in autotutela l’ordinanza del 3 agosto scorso, ritenuta «palesemente illegittima», firmata dal sindaco, Angelo Di Paolo, che ha disposto per «l’assenza delle autorizzazioni igienico-sanitarie», la chiusura e la sospensione immediata, per venti giorni, dell’attività di imbottigliamento e commercializzazione dell’acqua minerale della sorgente Fiuggino.
Nella stessa istanza, nella quale la società sottolinea il possesso di regolari autorizzazioni sanitarie, viene anche annunciata una richiesta di risarcimenti «ancora da quantificare da parte di esperti, unitamente alla minaccia di azioni legali nel caso di mancata revoca del provvedimento. A renderlo noto la stessa società dell’imprenditore Camillo Colella, proprietaria dello stabilimento di Canistro e del marchio di livello nazionale, già concessionaria della più grande sorgente Sant’Antonio Sponga, fino al ritiro, poi impugnato, da parte della Regione Abruzzo con la quale peraltro è in atto un serrato contenzioso. Dopo essere stata costretta a licenziare i 75 addetti per lo stop all’attività, la Santa Croce è tornata nei mesi scorsi ad operare e ad assumere di nuovo nello stabilimento di Canistro, captando acqua minerale dalla più piccola sorgente Fiuggino. La produzione principale è stata spostata in Molise, da dove parte la distribuzione in tutta Italia», così si legge in una nota stampa diramata dalla stessa azienda.
Il termine della sospensione scade oggi: la società, per motivi precauzionali, ha ottemperato all’ordinanza continuando ad utilizzare lo stabilimento per la logistica ed a lavorare con le scorte di acqua nei serbatoi.
La diffida è stata recapitata il 14 agosto al Comune di Canistro e alla Regione Abruzzo, competente in materia.
Il documento è stato inviato anche alla Guardia di Finanza, che ha notificato il provvedimento su richiesta del sindaco Di Paolo, «sprovvisto dei vigili urbani», e ai Carabinieri e alla Procura della Repubblica di Avezzano (L’Aquila) per le indagini penali.
«Ancora una volta siamo di fronte ad un atto completamente fuori luogo e contro ogni principio di legalità – spiegano fonti societarie -. Abbiamo impugnato in ogni sede anche questo atto per il quale chiederemo un altro sostanzioso risarcimento danni. In questa vicenda, oltre alla inadeguatezza della decisione del sindaco che evidentemente ha dimenticato i confini del suo ruolo, ci fa pensare il comportamento della Regione che non ha preso ancora posizione sull’espropriazione da parte del Comune di una competenza regionale».
Nella diffida la Santa Croce sostiene che «l’ordinanza risulta palesemente illegittima, contraddittoria, contrastante con pregresse determinazioni regionali e comunali, nonché palesemente carente dei presupposti normativi».
In primo luogo si osserva che il sindaco si è attribuito funzioni che non gli competono, poiché ascrivibili solo ed esclusivamente alla Regione Abruzzo, ai sensi della legge regionale 15 del 2002.
In secondo luogo si evidenzia che l’ordinanza sindacale non ha l’imprescindibile requisito della «necessità ed urgenza» idonea a legittimare l’adozione di misure «extra ordinem», in virtù della «sussistenza di una situazione attuale tale da far temere emergenze igienico-sanitarie o pericoli per la pubblica incolumità».
Altra gravissima illegittimità, secondo la società di acque minerali, è rappresentata dal fatto che l’ordinanza sindacale non contiene alcun riferimento né alle autorizzazioni sanitarie rilasciate alla concessionaria né alle comunicazioni che sono state trasmesse dal Dipartimento Salute della Regione Abruzzo.
Nella diffida si ricorda a tal proposito che la Santa Croce è titolare delle autorizzazioni sanitarie rilasciate proprio dal Comune di Canistro il 5 dicembre 2007, e in esse si menziona espressamente le disposizioni sull’esercizio dell’attività di imbottigliamento dell’acqua minerale ed è “incontestato come l’Amministrazione comunale, e per essa il Sindaco in carica, non abbia mai sollevato contestazioni in punto di legittimità delle attività di imbottigliamento”.
Le autorizzazioni, sottolinea la Santa Croce, sono tutte valide ed efficaci tant’è vero che il servizio preposto della Regione Abruzzo con nota del 28 giugno del 2018, ha rappresentato al Comune di Canistro la loro validità, poiché l’Azienda era stata autorizzata prima dell’entrata in vigore della legge 64 del 2012, quando la competenza esclusiva in materia era del Sindaco.
Le attività di imbottigliamento, si ricorda, sono state sottoposte dal Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila alle verifiche sul rispetto della normativa igienico-sanitaria, «senza alcuna contestazione sulla legittimità delle attività di imbottigliamento delle acque minerali».
«Ne consegue la richiesta di immediato ritiro dell’ordinanza, pena la richiesta di ingenti risarcimenti, essendo essa “foriera di danni economici, patrimoniali, di immagine e di avviamento a carico della società concessionaria». A tal proposito la Santa Croce ha già commissionato una perizia tecnico-economica per la quantificazione degli eventuali danni, relativi ai mancati ricavi per la vendita dell’acqua minerale Fonte Fiuggino, per la perdita di valore di mercato della concessione mineraria, per l’incidenza degli investimenti e costi fissi associati alla concessione mineraria non sfruttabile, e infine per i danni di immagine, perdita di spazi commerciali, avviamento e danni connessi ai contratti di fornitura.
Fonte: Santa Croce Spa, Ufficio Comunicazione
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