“Vabbè, che dovemo fa?”. Questa frase basterebbe per descrivere Giampiero Santucci. Perché in poche parole è racchiuso tutto il suo carattere e la sua travolgente personalità: il suo immenso cuore, la sua straordinaria passione, intraprendenza e disponibilità, il suo grande senso di amicizia. Ma, soprattutto, la sua contagiosa forza di volontà. “Vabbè che dovemo fa?” era la risposta a tutto. “Giampiè, abbiamo un problema”, “Giampiè, si rende necessario acquistare nuovo materiale tecnico”, “Giampiè, per migliorarci avremmo bisogno di..”. La risposta, indovinate un po’, era sempre quella: “Vabbè, che dovemo fa?”.
Sempre in prima linea, pronto a rimboccarsi le maniche per consentire a grandi e piccini di vivere il sogno della scherma. Pronto a macinare chilometri in giro per l’Italia solo per respirare l’aria di un palazzetto dello sport, per udire il suono del segnapunti, per gioire e soffrire di vittorie e sconfitte del Circolo Scherma “I Marsi”, società che ha contribuito a fondare e per la quale ha sempre messo tutto sé stesso. Dal posizionare le pedane al portare l’acqua ai ragazzi, dall’organizzare feste a studiare da armiere, dal coinvolgere i bambini al fare l’autista per le trasferte. Non c’è cosa cheGiampieronon abbia fatto per i “suoi” schermidori.
Una malattia l’ha strappato alla famiglia, all’amata moglie Antida e agli adorati figli Bruno e Sofia, quest’ultima astro nascente della scherma italiana. Fino all’ultimo ha tenuto testa al male, affrontandolo a viso aperto con coraggio e determinazione, come un vero schermidore che non cede di un centimetro di fronte alla paura. Come un vero campione. Perché tu, Giampiero, lo sei stato per davvero.
I funerali si terranno domani, a partire dalle 16 e 30, presso la chiesa di San Pelino.
Fonte e foto Federico Falcone, Ufficio Stampa Circolo Scherma I Marsi