Una piccola ma grande ‘rivoluzione’ è maturata a Corcumello, piccolo centro dell’Abruzzo montano. Questa bella pagina di storia è stata firmata da Francesco Eligi, proprietario di un’azienda agricola e di un piccolo agriturismo. L’uomo, infatti, seguendo l’esempio di un suo amico, ha deciso di tentare la coltivazione dello zafferano nel posto sopraindicato, raccogliendo più di una ‘coltivazione’ di successo: «Il primo passo – racconta a InfoMediaNews.it – per questa particolare coltivazione, con la quale sono soltanto all’inizio, è stato chiedere ad un coltivatore, mio amico, dei bulbi. La produzione che ne ricaverò, comunque piuttosto esigua per quantità, sarà dedicata esclusivamente all’uso del prodotto all’interno del mio piccolo agriturismo».
La scelta di coltivare un prodotto pregiato come lo zafferano viene dalla volontà, da parte di Eligi, di ampliare la già vasta gamma di prodotti agricoli coltivati dalla sua azienda. Così il ragazzo ha deciso di scommettere sullo zafferano, di cui racconta i procedimenti produttivi necessari alla pratica della coltivazione: «I bulbi hanno una lavorazione molto particolare: si lasciano nel terreno, infatti, fino, approssimativamente, alla fine di luglio per poi essere espiantati e venir ripiantati entro i primi giorni di settembre. I fiori fuoriescono dal terreno dopo le prime piogge».
È un processo affascinante quello relativo alla coltivazione dello zafferano, rispetto al quale l’Abruzzo, in particolar modo, regione chiamata ‘terra dell’oro giallo’, è tra i luoghi che, ad oggi, ne registrano la maggior produzione quantitativa, congiunta ad una qualità di eccellenza riconosciuta. È un percorso progressivo, ovviamente, ma anche bello perché ricco della frenesia dell’attesa, quella corredata dalla speranza di veder nascere anche solo un fiore dalla terra e, quindi, uno sprazzo color violetto in mezzo ad un grande campo coltivato con amore. Solo dopo mesi, quindi, arrivano i primi risultati, che progrediscono giorno dopo giorno: «Il primo fiore è apparso intorno al 12 ottobre, con mia grande soddisfazione. Da quel primo risultato in poi, siamo arrivati ad un massimo di duecento fiori visti al giorno, che andranno gradualmente a diminuire, in base all’andamento della coltivazione».
È orgoglioso ma, allo stesso tempo, umile Francesco Eligi, che ribadisce il fatto che «la nostra è solo una piccolissima produzione, che si prevede raggiungerà i 15/20 grammi di zafferano, mentre altri produttori già acclimati raccolgono molti più fiori». Vedere ‘spicchi’ di zafferano a Corcumello, però, è un’assoluta novità. A questo proposito, aggiunge l’uomo: «A Corcumello, storicamente, non si piantava zafferano, non ce n’è memoria, infatti. Nella zona circostante a Magliano dei Marsi, invece, già dalla fine dell’Ottocento, si praticava, con esiti positivi, questa coltivazione».
Una buona riuscita, comunque, che regala entusiasmo in vista di uno ‘zafferano bis’: «I bulbi rimangono in dotazione e, dato il loro valore economico, sarebbe un vero peccato farli sfiorare. Ecco perché procederemo nuovamente ad espiantarli e a ripiantarli».
Corcumello e la sua gente possono esserne più che orgogliosi: anche la terra del piccolo paesello d’Abruzzo partorisce zafferano, insomma. Quando si ravvisano, alla base, competenza ed esperienza, realizzare coltivazioni importanti e pregiate non è poi così difficile: del resto, si preoccuperà Madre Natura. E chissà se, un giorno, i campi coltivati di Corcumello non potranno essere tutti dipinti di ‘viola zafferano’.
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