La pandemia causata dal COVID-19 ha costretto il mondo a fermarsi: fabbriche, scuole e uffici chiusi, traffico bloccato, città vuote. Le specie selvatiche si sono riappropriate di spazi prima occupati, l’aria è diventata più pulita, le acque più limpide. Con la fine dell’emergenza e il ritorno progressivo alla vita precedente dobbiamo fare attenzione a non tornare anche alle cattive abitudini del passato.
I dispositivi di protezione individuale come guanti e mascherine, dopo essere stati utilizzati, diventano rifiuti e devono essere smaltiti correttamente per evitare che invadano strade, marciapiedi e parchi. Peggio ancora quando questi dispositivi vengono abbandonati in natura come sulle spiagge o lungo i fiumi da dove arrivano in mare diventando letali per tartarughe e pesci che li scambiano per prede di cui nutrirsi.
Recentemente il WWF Italia ha rilanciato una stima del Politecnico di Torino che prevede per la Fase 2 l’utilizzo di 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese; quantitativi elevatissimi che impongono un’assunzione di responsabilità da parte di chi utilizzerà questi dispositivi di protezione. Se anche solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente e abbandonato in natura, questo si tradurrebbe in 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente e considerando che il peso di ogni mascherina è di circa 4 grammi questo comporterebbe la dispersione di oltre 40mila chilogrammi di rifiuti in natura.
“Anche a Teramo vediamo che troppo spesso mascherine e guanti vengono abbandonate per strada, nei parchi fluviali e nelle altre aree verdi della città”, dichiara Massimo Fraticelli, responsabile rifiuti del WWF Abruzzo. “È un comportamento sbagliato che non ci fa onore. Come cittadini ci siamo dimostrati responsabili nel seguire le indicazioni per contenere il contagio restando a casa, ora è necessario dimostrarsi altrettanto responsabili nella gestione dei dispostivi di protezione individuale che vanno smaltiti correttamente. Al tempo stesso il Comune e la TEAM devono diffondere appositi raccoglitori per mascherine e guanti nei pressi dei supermercati, negozi, luoghi di lavoro e aree verdi”.
Nei giorni scorsi sono stati poi diffusi i dati sulla diminuzione della raccolta differenziata in città. “Questi dati sono preoccupanti”, aggiunge Fraticelli. “Teramo negli anni ha raggiunto una buona percentuale di raccolta differenziata che però dobbiamo ancora aumentare, puntando ai livelli di tante altre città italiane virtuose. Registrare addirittura un decremento non è un bel segnale. Così come è inspiegabile che vi siano ancora persone che si ostinano a buttare i rifiuti di tutti i giorni o gli ingombranti nelle strade isolate, in fossi o lungo i fiumi. Questi comportamenti, oltre ad essere socialmente incivili e ambientalmente dannosi, rappresentano un costo per la collettività che attraverso la TEAM deve poi sostenere la bonifica di decine e decine di microdiscariche. Il Comune e la TEAM devono mettere in atto tutte le azioni necessarie per far tornare a crescere la raccolta differenziata e impedire l’abbandono di rifiuti, attraverso il miglioramento del servizio, opportune campagne informative, ma anche sanzionando i trasgressori”.