«Quasi due anni fa il primo atto ignobile. Alcuni balordi lo deturpano e con il loro gesto mettono la firma della propria nullità morale ai danni di un monumento di fronte al quale bisognerebbe solamente inchinarsi e immergersi nella riflessione. A luglio di quest’anno altro episodio riprovevole. Uno o più beoti rimuovono una lastra di plexiglass la cui funzione è quella di proteggere le mani che dalla base dell’opera si innalzano verso il cielo. Martedì scorso un’ulteriore azione dai contorni avvilenti e dalle tinte deplorevoli. Diversi soggetti che dovrebbero solo aprire un libro di storia e studiare, lo imbrattano e, con quell’atto, oltre settant’anni dopo, uccidono per la seconda volta migliaia di italiani già ferocemente ammazzati e ne calpestano la memoria».
«Il Comune di Lanciano si dia una svegliata e ponga in essere tutte le iniziative necessarie affinché monumenti così importanti e densi di significato per la storia dell’Italia contemporanea vengano protetti e tutelati e non presi come bersaglio dagli imbecilli di turno». Sono sferzanti le parole con le quali il Consigliere regionale Leandro Bracco ha commentato quanto accaduto pochissimi giorni fa nel capoluogo frentano dove alcune persone, per l’ennesima volta, hanno provocato danni al monumento eretto a ricordo dei Martiri delle Foibe.
«Quanto successo a Lanciano – evidenzia l’esponente di Sinistra Italiana – risulta essere di estrema gravità in quanto quel gesto, già esecrabile di per sé, va a intrecciarsi all’attuale contesto contemporaneo nel quale le tensioni sociali, dalle matrici più disparate, sono purtroppo sempre più palpabili e tangibili. Mi chiedo inoltre – prosegue Bracco – cosa passi per la mente di questi vandali nel momento in cui arrecano danno a un monumento dentro il quale vive la memoria di migliaia di persone, la cui esistenza è stata bestialmente troncata per via del fatto di essere stati italiani in una terra che dall’oggi al domani italiana non lo era più. Quella moltitudine di innocenti ha vissuto sofferenze inenarrabili e moltissimi di loro furono addirittura gettati vivi dentro quelle depressioni carsiche profonde decine di metri meglio conosciute con il termine di foibe».
«Quella sorta di inghiottitoi – sottolinea Bracco – risucchiarono le esistenze di migliaia di nostri connazionali che patirono sofferenze indicibili. Alla luce di quanto accaduto, rivolgo un appello al primo cittadino di Lanciano Mario Pupillo affinché si attivi quanto prima per fare in modo che quanto avvenuto nella sua città non abbia più a ripetersi. Il sindaco ha, infatti, il dovere di agire al fine di evitare che episodi così sconcertanti e umilianti possano macchiare la storia di Lanciano. In ballo c’è il rispetto che doverosamente si deve portare alla memoria di coloro i quali – conclude Leandro Bracco – pur non avendo colpa alcuna, hanno patito sofferenze spaventose e sono morti in maniera terrificante».
Fonte Consiglio Regionale Abruzzo
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