Sulla base degli ultimi dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) al tavolo tecnico, che ha seguito il rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B”, è possibile escludere la caduta di uno o più frammenti del detrito spaziale sul nostro territorio.
Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, in accordo con ASI e con gli altri partecipanti al tavolo, ha pertanto dichiarato concluse le attività operative, chiudendo il Comitato Operativo che era attivo in stretta reperibilità e ringraziando tutte le componenti del Sistema Nazionale di Protezione Civile, i partecipanti al tavolo tecnico e le regioni direttamente interessate per l’impegno e l’attenzione profusi in questi giorni.
Il Dipartimento della Protezione Civile continuerà a seguire attraverso la Sala Situazione Italia, in stretto raccordo con l’Agenzia Spaziale Italiana, il rientro sulla Terra fino alla conclusione dell’evento.
Rispetto alle stime iniziali, che indicavano il Nord Atlantico come probabile punto di rientro, poi il bacino del Mediterraneo, ora l’ipotesi più accreditata è che il rientro possa essere avvenuto sopra l’Oceano Indiano.
Il rientro è stato confermato anche dai dati del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad).