“Una legge quadro sulle ricostruzioni post-sismiche è una necessità non eludibile, non è possibile che cittadini colpiti da terremoti abbiano norme e condizioni differenti, volta per volta. Così non si può andare avanti. I tempi sono maturi, anche per il lavoro svolto in prima linea da chi ha vissuto sulla sua pelle gli effetti del terremoto”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo all’Aquila ad un evento nel quale il sindacato ha presentato le proposte per una legge quadro al fine di “ridurre l’impatto delle calamità naturali, garantire una qualità della ricostruzione, favorire la salvaguardia dai rischi”.
“Una legge quadro – spiega ancora – deve affrontare diverse questioni, dalla struttura organizzativa, con un comitato operativo nazionale incardinato nella Presidenza del consiglio, alla ricostruzione che deve essere dall’inizio anche rigenerazione socio-economica, e va in ogni modo garantita la qualità del lavoro, sbarrando la strada al massimo ribasso, alle finte cooperative. Inoltre, non è possibile che tutte le volte che arriva il terremoto si dice, ‘che sfortuna’. Abbiamo le tecnologie e conoscenze per potenziare la prevenzione, e la capacita di reazione in caso quanto il terremoto accade, nei territori più a rischio”.
Secondo Landini, “nel nostro Paese, per quanto riguarda la governance di un post sisma abbiamo un problema in più con la modifica del titolo Quinto della Costituzione che ha frammentato il livello decisionale nelle singole regioni il cui effetto si vede anche nelle normative e negli approcci alla ricostruzioni”.