Quando il malessere è sinonimo di delusione, l’atto di sciogliere i nodi del disagio potrebbe richiedere una riflessione in più. Gianni Paris è evidentemente un personaggio articolato, il cui agire è ponderato e vincolato al fine ultimo. Non c’è mossa fine a sé stessa e, al tempo stesso, non c’è scelta che non sia di cuore. L’amore per l’Avezzano è un’arma a doppio taglio: eccita e ferisce a suo piacimento, crea dipendenza e sovverte l’umore.
Il ko inflitto ieri al Dei Marsi dal Latte Dolce ha lasciato il segno. Novanta minuti vissuti, da un lato, col timore che le sconfitte rimediate con Muravera e Nuoro non fossero solo una semplice crisi di appagamento e, dall’altro, con l’amaro presentimento che, in realtà, ci sia più di tutto questo. Il presidente Paris ha consumato le suole delle scarpe passeggiando inquieto in tribuna fino al gol del raddoppio sardo, poco oltre la prima mezz’ora di gioco. Nella ripresa si è invece accomodato sugli spalti vuoti dei distinti, quasi a voler cercare la benevolenza di un rito scaramantico o, semplicemente, desideroso di uno spazio che fosse solo suo, in cui liberare i tanti pensieri che gli affollavano la mente.
Oggi, a freddo, le sue parole rischiano di esplodere come granate: rappresentano, forse, il preludio dello sfogo provocatorio di un presidente amareggiato, oppure, semplicemente, l’analisi lucida di colui che è il primo artefice del progetto tecnico sotto accusa.
«Che dire? Un momento così non mi era mai capitato in questi sette anni – ha confidato Paris alla Redazione di Info Media News – immaginate cosa voglia dire? Sono ormai deciso sul da farsi. Questa squadra ha bisogno di alcuni interventi mirati sul mercato. Sono deluso dagli over, mancano di autorità, è una squadra con poca esperienza e se non si andrà a vincere domenica a San Teodoro sarò costretto a cambiare qualcosa».
Non esistono mezze misure, il concetto è fin troppo chiaro. I problemi maggiori, numeri alla mano, sono quelli del reparto d’attacco. Due reti di Bittaye e una di Aquino in sette giornate, eccezion fatta per le due marcature di Leto arrivate, però, dagli undici metri: troppo poco per una squadra che punta al massimo. Mancano al conto i gol di Lo Pinto e Menna, quest’ultimo a segno proprio ieri col Latte Dolce, i quali però, di mestiere, non fanno gli attaccanti.
«Ieri ci ha pensato Menna ad accorciare momentaneamente le distanze, e sempre lui ha avuto una delle migliori occasioni della gara. Se pensiamo che un difensore debba mettersi a fare il lavoro degli attaccanti siamo messi male. In alcune fasi dell’incontro abbiamo fatto bene, mancava qualcosa a centrocampo, ma la verità è che là davanti non si segna, non c’è nessuno che la butti dentro. Sono onestamente deluso da alcuni di loro, preferisco non fare nomi, vorrei lasciare un po’ di tranquillità per affrontare la prossima trasferta in Sardegna, poi non starò più a guardare. Voglio vincere con autorità. Voglio vincere bene. Siamo passati dall’avere la difesa migliore del campionato ad un reparto morbido. L’infortunio di Lombardo ha fatto il suo, mi manca il fluidificante sulla fascia sinistra. Nel complesso non abbiamo equilibrio».
C’è da dire, però, che nel momento di crisi di gioco e di risultati, la società biancoverde può vantare, a pieno merito, un parco giovani tra i migliori della categoria. Nell’undici sceso in campo nel match col Latte Dolce, comparivano ben cinque fuori quota, di cui due classe ’98, Persia e Di Paolo, e un ’99, D’Eramo: giovani dall’indiscusso potenziale e dalla grande personalità. La critica di Gianni Paris è chiaramente indirizzata gli uomini d’esperienza che, fin qui, hanno deluso le aspettative di inizio campionato. Non è più tempo di giustificazioni: il presidente annuncia il primo importante crocevia della stagione; il tabù sardo dovrà essere sfatato tra sei giorni al Comunale di San Teodoro.
«Ho commesso l’errore – ha concluso Paris – di sottovalutare il valore tecnico di questo girone. Pensavo, sbagliando, che con le sarde si potesse vincere facile e ora mi ritrovo a pagare quella convinzione. Sia chiaro che Pino Tortora non può più permettersi di perdere. Sono deluso e, al di là delle parole scontate sul traguardo salvezza, il mio obiettivo è un po’ più ambizioso e non voglio rinunciarci. Non possiamo più sbagliare, domenica, a San Teodoro, sarà come andare a giocare col Milan».