Il talento delle donne che si fanno strada sfondando il tetto di cristallo, oltre gli stereotipi di una società in cui l’universo femminile fa fatica ad affermarsi.
I traguardi, i progetti e le sfide di professioniste affermate sono stati celebrati, ieri sera, all’Aquila, nella splendida location di Casale Signorini, nell’ambito dell’edizione 2025 del Premio nazionale Donna, organizzato dalla Onlus Antonio Padovani. Storie potenti di passione e impegno civile e sociale quelle delle vincitrici: Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, Barbara Cimmino, vice presidente Confindustria nazionale e Head of Csr &Innovation di Yamamay, Virginia Saba, direttrice di MontecitorioNews24, e Michela Proietti, giornalista Il Corriere della sera. La prestigiosa manifestazione culturale, già presentata in Senato, ha assunto nel tempo un rilievo nazionale dando spazio a nomi e voci di donne vittime di violenza, che si sono ritagliate un ruolo fondamentale nella società, che hanno lottato per l’affermazione dei loro diritti, oltre gli steccati di una società declinata ancora troppo al maschile.
All’evento, condotto e moderato dalla giornalista e scrittrice Monica Pelliccione, autrice del libro “Storie di donne”, edito dalla Onlus Padovani, hanno partecipato istituzioni, rappresentanti del mondo politico, culturale, associazioni di categoria. Presenti, tra gli altri, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, l’assessore al Sociale del Comune dell’Aquila, Manuela Tursini, il consigliere dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Dascoli, che hanno portato il loro saluto. E ancora, i consiglieri comunali Stefania Pezzopane, Enrico Verini, Lorenzo Rotellini, il presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno Ezio Rainaldi, il presidente dell’Ordine degli avvocati dell’Aquila, Maurizio Capri, il consigliere della Struttura commissariale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Pierluigi Mantini, lex consigliere regionale, Americo Di Benedetto, il presidente del Centro turistico del Gran Sasso, Gianluca Museo, la responsabile della Biblioteca regionale, Alessandra Lucantonio, l’avvocato Stefano Di Salvatore, l’ex assessore comunale, Vladimiro Placidi, l’ex presidente dell’Ance, Ettore Barattelli, l’ex capo della Squadra anticrimine della Questura dell’Aquila, Pieremidio Bianchi, lo scrittore, Stefano Carnicelli, il direttore di Abruzzoweb, Berardino Santilli e tante autorità civili e militari. Giornalista e politica, il nome di Lella Golfo è legato alla Legge 120 del 2011 che ha introdotto, in Italia, le quote di genere nel Consiglio di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate e controllate dalle Pubbliche amministrazioni. A lei si deve la nascita della Fondazione Marisa Bellisario, nel 1991, di cui è presidente, che promuove le capacità e professionalità femminili. “Volevamo davvero cambiare il mondo”, ha detto Golfo, “non posso non menzionare le tante conquiste del partito socialista in questo Paese e Antonio Padovani, Tonino, era uno di noi. Siamo all’Aquila, un luogo in cui Marisa Bellisario è stata profondamente amata. Nel 1989, in occasione del primo premio Marisa Bellisario, ho incontrato le lavoratrici dello stabilimento Italtel che mi parlavano di una donna che era loro amica, non l’amministratore delegato di un’importante azienda, era una di loro. Una donna che ha lasciato molto alla storia di questo Paese”. Co-fondatrice di Yamamay nel 2oo1, Barbara Cimmino ha avuto un ruolo cruciale nell’introduzione delle migliori pratiche Esg, trasformando il marchio in un punto di riferimento nel proprio settore. “Ci sono pochi di spazi veri di confronto come questo”, ha sottolineato Cimmino, “parto dal tema del progresso, perché negli ultimi 30 anni non abbiamo visto sconvolgimenti così profondi come quello dell’ultimo anno, proprio per l’accelerazione dei cambiamenti. La sfida di questo momento è che il cambiamento avviene in movimento, un processo molto complesso per chi ambisce al miglioramento, a lasciare ai nostri figli un’eredità di valori destinata a durare nel tempo. Oggi ci sono ancora tantissime difficoltà nel migliorare la condizione lavorativa delle donne”. Giornalista e opinionista televisiva, Virginia Saba ha una laurea in Lettere e una in Filosofia Telogica e un master in consulenza filosofica. Direttore della testata MontecitorioNews24, si occupa di relazioni esterne e rapporti istituzionali per gli ad (CeoForLife). È docente di Bellezza Trascendentale all’Accademia di scrittura creativa Molly Bloom, fondata da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi e che vede tra i docenti i più noti e premiati scrittori italiani. “Ero una professionista affermata nella mia terra”, ha raccontato Sab, “poi, parlando di chi decide di migliorarsi, ho deciso di trasferirmi a Roma. Non conoscevo nessuno, ero in una grande città da sola. Per una serie di vicende finisco sui giornali perché inizio una storia con l’allora ministro Luigi Di Maio, finita da tempo. La mia persona sparisce, la professionista non esisteva più. Ero la fidanzata comprata per le europee. La fine della mia professione. Ho pagato tutto, non c’era più niente. Ho sempre continuato a lavorare, non mi sono mai fermata. Una delle ricette è stata: devo sempre saperne di più rispetto a qualsiasi persona mi trovo davanti. Ho studiato, di tutto, su qualsiasi argomento, per avere le carte in regola per poter dialogare con chiunque. E ora lavoro con i più importanti amministratori delegati italiani, dirigo una testata nata per dare voce alle aziende e raccontare alla politica cosa serve al nostro Paese”. Giornalista del Corriere della Sera, del settimanale 7 e opinionista televisiva, Michela Proietti si occupa di moda, costume e società. Nel 2020 ha pubblicato il libro “La milanese. Capricci, stili genio e nevrosi della donna che tutto il mondo ci invidia”. “La milanese è la donna che rappresenta tutte noi “, ha osservato Proietti, “donne emancipate, che fanno una fatica bestiale a conciliare la vita pubblica con quella privata, dobbiamo sempre dimostrare qualcosa in più. Ho raccontato questa donna in un libro diventato con grande sorpresa un bestseller, che a breve verrà tradotto anche in Giappone e diventerà una serie televisiva. Se c’è una cosa terribilmente nociva per le donne è scimmiottare gli uomini, una visione grottesca della donna in carriera superata. Non bisogna rinunciare alla famiglia, alla maternità alla vita. La nostra completezza è portare la nostra sensibilità in ogni cosa che facciamo”. Nel corso del suo intervento, Gianni Padovani, ha ricordato la figura del padre, Antonio, a dieci anni dalla sua scomparsa: “Parlo sempre di lui da figlio innamorato: l’impegno a sostegno delle donne è stato sempre una sua missione e non c’era modo migliore di ricordarlo”. Monica Pelliccione ha sottolineato: “Quest’anno, in una ricorrenza così importante, abbiamo premiato donne che ce l’hanno fatta, esempi di ispirazione per il loro straordinario contributo e come promotrici di cambiamenti positivi. Nomi eccellenti che portiamo all’Aquila con un Premio tra i più prestigiosi e culturalmente rilevanti del panorama nazionale, fondato su principi etici e sociali declinati in ogni settore, per creare nuovi cambiamenti in ambito economico, sociale, professionali, per la cura e il rispetto delle donne”.
Comunicato stampa