Paolo Romano, capogruppo Italia Viva in Consiglio comunale all’Aquila, torna a parlare della questione dei centri estivi e chiede chiarezza.
Proprio per far luce sulla reale situazione in cui vertono queste strutture, il capogruppo ha fatto richiesta di una commissione ad hoc.
LA NOTA COMPLETA
A seguito di mia precisa richiesta è stata convocata il 20 luglio prossimo dalla presidente Chiara Mancinelli la III Commissione su centri estivi. Più si moltiplicano i falsi spot da parte di chi è al governo della città più il ruolo del consigliere di opposizione si caratterizza come quello del testimone di fatti e verità.
La seconda estate Covid non doveva trovare impreparate le Pubbliche amministrazioni.
Non può ritenersi sufficiente la nota diramata due giorni fa dal sindaco Biondi e dall’assessore Bignotti, anzi fa sorridere, perché sembra voglia dare una testimonianza di una vicinanza ai centri estivi che di fatto non c’è mai stata; non ci si può vantare solo dello screening che il Comune ha effettuato ai partecipanti dei centri estivi nelle settimane scorse come dei 140.000 euro di risorse ordinarie assegnate per l’anno 2021 quando in cassa ci sono fermi 300.000 che non si riescono a erogare e che risultano vitali per la straordinarietà del momento.
Quello che andava pianificato nella primavera scorsa, non certo a metà luglio, era una comprensione delle esigenze dei centri estivi nell’organizzazione del lavoro, soprattutto sul maggior numero di personale che richiede il contesto COVID-19 e, non da ultimo, l’aiuto alle famiglie nel pagamento del servizio.
Neanche il grido d’allarme che hanno lanciato gli stessi operatori dei centri estivi cittadini alcune settimane fa è bastato a dare una scossa all’amministrazione comunale.
Analizzando i 140.000 euro riferiti all’anno 2021, si può notare sì un aumento in confronto al 2020, ma che non corrisponde all’aumento delle risorse concedibili a ogni organizzazione che restano invece pari a circa 8 mila euro. Si gioca di comunicazione, senza aver ascoltato nessuno sulle criticità emerse nell’anno precedente per la costruzione concertata del servizio per il 2021.
Tra l’altro i 140.000 euro vantati da Biondi e Bignotti non daranno risposte a tutti gli attori protagonisti perché non tutti fanno parte del tessuto del volontariato cittadino. Un problema già visto nel 2020 che ha generato risorse non spese, dunque economie; si è mai visto un Ente che genera economie sul Sociale in un contesto pandemico? C’è di più, perché le risorse specifiche e straordinarie per il Covid del Ministro Bonetti sono ferme nelle casse del Comune; dovrebbero essere 172mila euro per l’anno 2020, assegnati e trasferiti, e 135mila euro trasferiti nel 2021.
Si tratta di più di 300.000 euro immediatamente spendibili che potrebbero essere risolutivi per tutti coloro che dovranno gestire le proposte socio educative e per tutte le famiglie aquilane che si aspettano di godere di un servizio che garantisca il benessere psicofisico e sociale dei loro figli.
Gli altri comuni abruzzesi sono stati più virtuosi: Avezzano per il secondo anno consecutivo con i fondi ministeriali ha creato voucher per ogni bambino partecipante, dando un ristoro diretto alle famiglie e un ristoro indiretto ai centri estivi. Pescara ha operato una sintesi perfetta tra le varie esigenze presenti nelle città per una naturale prosecuzione del servizio del Centro estivo. E L’Aquila cosa fa? Perché si è sempre ultimi nelle scelte e nelle azioni? Non si possono continuare a inseguire le emergenze piuttosto che a programmare gli interventi. Si è persa di vista l’efficienza dell’azione politica e dell’azione amministrativa a discapito del sistema territorio. La città non può continuare a pagare l’inerzia di questa amministrazione che dura ormai dal 2017.