La città dell’Aquila sarà presente a Countless cities, la Biennale delle città del mondo, in programma a Favara dal prossimo 25 giugno e fino al mese di ottobre.
Le modalità di partecipazione alla prestigiosa iniziativa, tra le maggiori e più accreditate nel campo artistico e culturale, è stata illustrata stamani, in Comune, nel corso di una conferenza stampa, dal sindaco Pierluigi Biondi, dal titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, Salvatore Provenzano, e dal curatore e ideatore dell’iniziativa, nonché fondatore di Farm Cultural Park, Andrea Bartoli.
La città sarà ospite, con un proprio padiglione, all’interno del cortile Quid Vicolo Luna, della seconda edizione della rassegna, che si terrà nell’ambito del suggestivo contesto del Farm Cultural Park, considerato come uno dei centri culturali indipendenti più influenti del mondo contemporaneo e uno dei progetti più effervescenti di ripensamento e rinascita di realtà urbane. L’iniziativa è nata dal lavoro di due professionisti, Florinda Saieva e Andrea Bartoli, che hanno scelto Favara come luogo di vita, iniziando la trasformazione del centro storico abbandonato in un attrattore culturale e turistico, sovvertendo così un’identità cittadina da sempre associata a parole come mafia, latitanti, abusivismo e malaffare. In quella che è diventata, grazie a questa iniziativa coraggiosa e originale, una piccola capitale mondiale della rigenerazione, è arrivata anche l’idea di un evento, la Biennale, tutto dedicato alle città del mondo che vivono processi di rigenerazione. L’Aquila, espressamente invitata da Bartoli, racconterà la sua esperienza di rinascita, accanto a realtà quali San Paolo, Hong Kong, Tangeri, Napoli, Bruxelles, Buenos Aires, Abu Dhabi, Pittsburgh, Caracas, Tirana e tante altre ancora.
“Ringraziamo Andrea Bartoli per il suo invito, che ci inorgoglisce, in ragione dell’importanza di questa iniziativa, e ci conferma come il percorso intrapreso ai fini di fare della cultura un architrave della rinascita stia dando i suoi frutti, come dimostrato anche dalla presenza della città dell’Aquila al Meeting delle città creative di Fabriano e al Barcellona smart city Expo’ nel 2019 e ancora al Lucca Beni Culturali nel 2020. – ha dichiarato il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi – Un grazie anche all’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila e al suo titolare Salvatore Provenzano, che ci affianca in questa iniziativa, nonché al Gssi, all’Accademia delle Belle Arti, all’Università dell’Aquila per aver contribuito ai contenuti. La Biennale delle città del mondo ci vedrà accanto a realtà urbane importanti e conosciute, nel comune denominatore di una rigenerazione urbana che, grazie a progettualità ritenute esemplari e a buone pratiche, efficaci e innovative, hanno saputo raccogliere la sfida della ricostruzione e rilanciarla in ambiziosi programmi di crescita culturale e sociale. Da una tragedia come quella del sisma, che porta lutti e distruzione, si può uscire più forti. Dalla polvere e dalle macerie può rinascere una città più moderna e attrattiva, non solo per i suoi monumenti e per il suo patrimonio ambientale, ma anche per l’offerta culturale, la vivacità creativa, che questa rassegna esprimerà a pieno, l’innovazione e la capacità di raccontarsi attraverso nuovi linguaggi, il che vuol dire, come testimonia la nostra presenza in un contesto internazionale così prestigioso, aprirsi al mondo”.
“Siamo molto onorati e ringraziamo Andrea Bartoli e la Farm per aver fortemente voluto la nostra partecipazione a questa manifestazione che ci vede protagonisti in un contesto internazionale quale quello della ‘Biennale delle Città del mondo’ – ha dichiarato Salvatore Provenzano, titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila – Grazie alle affinità e agli obiettivi condivisi tra L’Aquila e Favara, attraverso la mediazione di un dispositivo, consentiremo ai visitatori della Biennale di immergersi nella conoscenza virtuale della nostra città e della sua ricostruzione, con l’intento di replicare successivamente la app ‘L’Aquila rinasce’ in città, al fine di scandire i ‘percorsi della ricostruzione’ per lasciare traccia di tutto il lavoro svolto, quando L’Aquila sarà completamente ricostruita. Portare l’esperienza della ricostruzione dell’Aquila fuori dalle mura urbiche e contemporaneamente lasciarsi contaminare da esperienze di rigenerazione urbana di capitali europee e mondiali, è una importante tappa nel processo di crescita dell’ufficio che rappresento e ci permetterà di offrire un contributo rilevante per la rinascita della città e dell’intero territorio”.
“Il modo migliore per superare i momenti complessi – ha dichiarato Andrea Bartoli, direttore artistico di Countless Cities e Founder di Farm – è guardare avanti ed essere pronti per il futuro. Spostare l’asse della ricerca dalla dimensione dello stato a quella delle città significa optare per un approccio più umano, ‘a more human approach’. Significa sposare un’idea della progettazione che dia risposte concrete per migliorare le condizioni di vita delle persone all’interno degli spazi urbani, a tutte le latitudini, seminando sogni, speranze e voglia di fare”.
La prima edizione di Countless Cities si è svolta nel 2019 con il coinvolgimento di fotografi, artisti, architetti e creativi che, con diversi approcci e linguaggi, hanno raccontato non solo le città ma anche le buone pratiche e le idee innovative che hanno contribuito a renderle speciali. La partecipazione dell’Aquila è stata promossa e ideata dal Comune e dall’Ufficio speciale per la ricostruzione, con la collaborazione del Gran Sasso Science Institute, dell’Università dell’Aquila e dell’Accademia di Belle Arti.
La città avrà un proprio padiglione dedicato, ma il percorso per raggiungerlo passerà attraverso altre due postazioni. All’accoglienza, nel cuore di Farm, sarà installata una scultura, riproducente una cicatrice, un segno, che si estende per circa due metri, ideata e realizzata dall’artista aquilana Francesca Falli, cui è abbinata la proiezione di dieci video che, attraverso la viva voce degli aquilani e un videomapping su san Bernardino, realizzato in occasione della notte dei ricercatori dall’Università dell’Aquila, introdurranno all’esperienza aquilana. Il tema della cicatrice/segno è quello che ha accompagnato la filosofia del dossier di candidatura a Capitale italiana della cultura per il 2022 (la cultura lascia il segno): la cicatrice d’oro o d’argento, nell’arte giapponese del kintsugi, è infatti l’elemento che impreziosisce nonostante la rottura, che diventa parte dell’esperienza, elemento fondante delle comunità. Nel cuore di Farm, sui pannelli esplicativi dedicati all’Aquila, attraverso un qr code sarà possibile scaricare l’app “L’Aquila rinasce” che invita a seguire il percorso che guiderà il visitatore, passo dopo passo, in una sorta di game virtuale. Seguendo i totem dislocati lungo il tragitto e i piccoli segni d’oro virtuali, e conquistandoli uno ad uno, si apriranno contenuti video di avvicinamento fino ad arrivare nella sede del padiglione Quid Vicolo Luna.
La sosta intermedia è all’interno di Palazzo Micciché, dove i visitatori conosceranno, attraverso le immagini del video INTERVALLO, dell’artista Fabio Bix, il momento di cesura legato al sisma del 2009. Contestualmente, in un’altra area, sarà collocato un fascio di luce blu, a spiegare la necessità di tenere a memoria la tragedia per riuscire a esprimere una rinascita consapevole.
Il percorso, attraverso l’applicazione per smartphone, condurrà il visitatore al cortile del Quid Vicolo Luna. Qui saranno installate quattro sculture di luce, rappresentanti, rispettivamente, la scritta L’Aquila, una gru, una cicatrice d’oro e la Basilica di Collemaggio. Sempre attraverso l’applicazione, accanto ad ogni illuminazione, sarà possibile visualizzare dei video sull’Aquila. Abbinato alla gru, un video sulla ricostruzione a cura dell’USRA, mentre alla cicatrice sarà associato il video, prodotto in occasione della candidatura a Capitale della cultura, in cui tre studiose del GSSI declamano la poesia che Alda Merini dedicò all’Aquila. In corrispondenza, invece, della Basilica di Collemaggio ci sarà il video racconto della Perdonanza Celestiniana. Al piano superiore del padiglione, i visitatori saranno accolti da sette scatti emblematici del fotografo aquilano Roberto Grillo, lungo un percorso che accompagna dalla fase pre-sisma, passando per il 2009, fino ad oggi. Nella stanza attigua, invece, sarà ospitato il progetto re-Telling, a cura dell’Accademia di Belle Arti: una testa di Minerva declamerà le citazioni di artisti, scrittori e intellettuali che, nel corso della storia, hanno raccontato la città. Durante tutta l’estate il padiglione aquilano sarà animato anche da eventi e ospiti che metteranno a confronto le emergenze e le rinascite di Favara e L’Aquila.
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