Un intervento che segna il passo della svolta nel campo medico delle protesi al titanio. La procedura in questione era stata già testata nel Lazio, con risultati, però, deludenti. Dopo svariati tavoli tecnici e accurate analisi del caso e degli strumenti necessari, l’équipe aquilana ha portato a termine, con successo, la delicata operazione.
Metà mandibola ‘erosa’ dal tumore, un intervento di reinnesto osseo fallito nel Lazio e poi l’approdo all’Aquila dove, con un mix di alta tecnologia e professionalità, gli è stata prima ricostruita in modo digitale la parte mancante e poi impiantata una protesi al titanio, perfettamente combaciante con la porzione anatomica originaria. Il complesso intervento chirurgico è stato portato a termine con successo, all’ospedale di L’Aquila, dall’équipe del prof. Tommaso Cutilli, direttore del reparto maxillo-facciale, su un uomo di 49 anni residente in Regione L’operazione, la prima nel genere in Abruzzo e una delle poche in Italia, è durata 4 ore ma è stata preceduta da una accurata, lunga e meticolosa fase di studio che ha richiesto mesi. Il paziente, operato nelle settimane scorse al San Salvatore, è stato dimesso senza complicanze.
L’operazione è sta resa possibile, oltreché dall’esperienza professionale degli specialisti, dalla sofisticata tecnologica (Custom Made) di cui dispone da tempo la maxillo-facciale. La persona operata, prima di rivolgersi all’Aquila, era stata sottoposta in un ospedale romano a un tentativo, che però era fallito, di ricostruzione ossea mediante prelievo di un frammento del perone che era stato innestato nella parte sinistra di mandibola mancante. L’uomo non aveva accettato l’idea di un secondo tentativo e si era rassegnato a vivere con la mandibola sinistra mutilata. Il reparto maxillo-facciale ha seguito la strada, sicuramente più ardua e difficile, del reimpianto della protesi al titanio e, come prima fase di lavoro, ha compiuto una ricostruzione digitale tridimensionale, tramite un sofisticato software.
Tale programma ha ‘copiato’ la mandibola sana, proiettando poi tale elaborazione digitale sull’altra mandibola deturpata dalla malattia, simulando con estrema precisione la forma dell’ausilio al titanio da realizzare. Tale lavoro è servito poi per realizzare, in stampa 3D, un modello anatomico in dimensioni reali che ha permesso una prima valutazione dell’intervento chirurgico da effettuare. L’ultima tappa, che ha preceduto la creazione della protesi, ha ricompreso ulteriori elaborazioni con tecnica Cad/Cam Custom Made, ancora altre prove e ripetuti meeting tecnici. Solo a quel punto l’équipe chirurgica del reparto maxillo facciale, composta dal prof. Cutilli e dai dottori Ettore Lupi, Antonio Oliva, Desiderio Di Fabio e Secondo Scarsella, è entrata in sala operatoria dove ha portato a termine l’intervento di impianto della protesi dopo 4 ore. Lo staff è stato supportato dal dr. Patrizio Evangelista per l’assistenza anestesiologica e dal personale di sala operatoria Annalisa Lambiase e Roberta Centi.